Juve e Napoli, corsa scudetto. Gattuso arbitro del duello Allegri-Sarri

Azzurri a San Siro, Ringhio sceglie Kalinic.I bianconeri in casa con la Sampdoria ritrovano Dybala

Gennaro Gattuso (Ansa)

Gennaro Gattuso (Ansa)

Milano, 15 aprile 2018 - Gattuso non lo nasconde e non lo dice per piaggeria: considera Sarri “un maestro” e ammette di aver osservato “gioco del suo Empoli” per prendere spunti. “A livello di look non siamo il massimo, né io né lui. È partito dal basso, ha dato qualcosa di nuovo al calcio. È fra i grandissimi allenatori italiani. L’ho incontrato una sola volta, in Serie B, un Palermo-Empoli in cui giocava con il 4-3-1-2. Da giocatore ricordo un difficilissimo Milan Arezzo di Coppa Italia: sui calci piazzati non ci fece capire nulla. C’è solo da imparare da un maestro come lui”. Ragione per cui “solo lo spirito”, “essere arrabbiato” (eufemismo) o “andare faccia a faccia con un avversario” non basta: “Contro il Napoli ci vuole una grande prestazione, giocare bene tatticamente e tecnicamente”. Tra Gattuso e Sarri è uno scontro generazionale. Come quello tra Donnarumma e Reina, presente - a termine - e futuro della porta del Milan. “Di Reina me ne frega nulla, se arriverà vedremo, io ora penso a Donnarumma - taglia corto Gattuso -. Sono orgoglioso di Gigio, ora comincia il bello. In due anni e mezzo è a 100 partite in Serie A, incredibile. Ha l’obbligo di provare a diventare il portiere più forte al mondo, ha le doti per riuscirci ma deve lavorare con serenità e serietà, che non gli manca”.

Nostalgia canaglia. L’impresa (riuscita) della Roma e la rimonta (fermata in extremis) della Juventus alimentano in Gattuso un senso di “orgoglio”: sia per “il calcio italiano” che per “la Var”. Ma soprattutto la voglia smodata di tornare in Champions il prima possibile: durissima - praticamente impossibile - quest’anno - c’è anche da tenere a bada la Fiorentina - ma la gestione del tecnico ha dimostrato che, con una squadra futuribile, si tratta di un obiettivo raggiungibile. Gattuso - tra le altre cose - nel 2008 a San Siro in un Milan-Napoli affrontò a muso duro un giovane Marek Hamsik ammutolendolo con foga e vigore: “Quando mi rivedo non mi piaccio”. Il passaggio alla panchina lo ha placato senza però snaturare il proprio essere, carico e motivato a prescindere. In attacco giocherà Kalinic a sorpresa (Gattuso vuole cavalcare l’inerzia dopo il gol al Sassuolo), in difesa tocca a Zapata e Romagnoli: “Ho molta fiducia in loro e sono tranquillo”. Dalla loro intesa passano le ultime speranze di Champions

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