Ibra al Milan, il grande giorno: in 65mila a San Siro

Alle 15 c’è la Samp: Zlatan potrebbe partire titolare nei rossoneri che cercano la rimonta per l’Europa. Pioli: "Ci ha già dato la scossa"

Zlatan Ibrahimovic (ANSA)

Zlatan Ibrahimovic (ANSA)

Milano,6 gennaio 2020 - Il 25 agosto 2012, a San Siro, il Milan perse 1-0 contro la Sampdoria. Quella fu la prima gara ufficiale del Diavolo dopo la partenza di Ibrahimovic, ceduto nel frattempo al Paris Saint-Germain in quell’estate che segnò, col senno di poi, la fine di un’epopea gloriosa. Ora, a oltre sette anni di distanza, c’è ancora la Sampdoria tra il Milan e Ibrahimovic. Ancora a San Siro, ma questa volta con uno Zlatan in più. Invecchiato di 2.885 giorni, ma con la determinazione di sempre e, forse, anche maggiore. La sfida di oggi di San Siro (ore 15) sarà, inevitabilmente, un nuovo Ibra-day. Come quello del 31 agosto 2010, quando lo svedese sbarcò a Milano proveniente dal Barcellona e, di fronte ai 40mila di San Siro, promise: «Vinceremo tutto». Oggi le cose sono cambiate, il Milan è tutt’altra cosa e i traguardi, almeno nell’immediato, appaiono totalmente differenti. Ma lui è lì, pronto a mettere i bastoni tra le ruote a quella Sampdoria alla quale, in passato, ha già segnato sei volte. Pioli riflette, tra la voglia di provare a lanciarlo, in modo un po’ irrazionale, dall’inizio e la certezza di poter contare su un Piatek voglioso come non mai di dimostrare di potersi giocare il posto con lo svedese. Nella seduta di allenamento di ieri Pioli ha schierato Piatek in attacco e non Ibrahimovic, mentre a centrocampo il possibile ballottaggio fra Kessie e Paquetá l’ha vinto Krunic. In difesa, sulla destra, è riapparso Calabria. Carte mischiate e forse qualche depistaggio di troppo, la certezza è che lo svedese, anche se partirà dalla panchina, giocherà comunque: nel secondo tempo la sua fisicità potrebbe essere ancora efficace. «Zlatan ha già dato la svolta all’ambiente - ha ammesso Pioli - ma non è il salvatore della patria». Come dire: non basta un giocatore con una personalità fuori dal coro per creare una squadra, serve un lavoro lungo dove tutti devono mettersi a disposizione. Una cosa è certa: la presenza di Ibrahimovic dal primo minuto contro i blucerchiati galvanizzerebbe ulteriormente i tifosi presenti a San Siro: sono attesi più di 60mila spettatori (si parla di 65mila), per un’altra dimostrazione dell’effetto che il nuovo arrivato ha avuto sull’ambiente. Al momento, a sensazione, sembra in vantaggio lo svedese, che però non ha 90’ nelle gambe, con l’implicito ingresso di Piatek a partita in corso. Ma Pioli ha ancora tempo per fare le sue valutazioni e poi prendere la sua decisione. Perché c’è anche da non deprezzare l’investimento Piatek: la società sa benissimo che lasciare in panchina il polacco vorrebbe dire non recuperare più o molto difficilmente, in caso di cessione, i 35 milioni di euro spesi solo un anno fa per prelevarlo dal Genoa. Discorsi di bilanci ed economicità dell’azienda calcio, che cozzano appieno con sentimenti e voglia di rivalsa del popolo rossonero. Ma che, in tempi di fair play finanziario, non possono di certo essere trascurati. Anche in questo nuovo Ibra-day. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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