Milan, compleanno senza regalo: niente Ibra, c’è “solo” Piatek

Il club contava di presentare Zlatan per i 120 anni del club: ma l’affare è fermo Intanto Pioli prova a risalire: "Non siamo fuori dal tunnel, vediamo un po’ di luce"

Krzysztof Piatek, 24 anni

Krzysztof Piatek, 24 anni

Milano, 15 dicembre 2019 -  Una data cerchiata in rosso sul calendario da tutti i tifosi del Milan, quella di oggi. Perché ci saranno i festeggiamenti per i 120 anni di vita del club, con molti giocatori del glorioso passato del Diavolo che sfileranno come in passerella sul verde manto di San Siro. Ma anche perché doveva essere la giornata di Ibrahimovic. Doveva essere, ma non sarà. Il sogno di presentarlo a San Siro si è tramutato in un incubo, una trattativa che vive una fase di stallo che inizia a far preoccupare seriamente i tifosi rossoneri. E ieri, nel presentare il match odierno contro il Sassuolo di De Zerbi (ore 15), il fantasma dello svedese aleggiava eccome tra le mura amiche rossonere.

Nessuno a parlarne chiaramente, ma tutti a pensare che, forse, qualcosa si è rotto. L’unica battuta Pioli, nel corso della conferenza stampa di presentazione del match, l’ha rilanciata sull’idea dell’ex presidente Berlusconi di portare lo svedese al Monza: "Se l’ha detto lui cosa posso dire. Ha espresso il suo desiderio". Laconico, Pioli. Il quale un po’ aveva anche assaporato l’idea di poter avere lo svedese già entro fine anno per lanciarlo poi contro la Sampdoria alla ripresa delle attività con l’anno nuovo. E invece in questo momento Ibra continua a portare avanti il suo credo, diverso da quello della società per durata del contratto e componente economica.

La speranza di averlo già oggi, da presentare in pompa magna di fronte ai tifosi a San Siro, si è tramutata in amara tristezza. Il suo entourage lascia trapelare che ci sono offerte anche dalla Premier, probabilmente si vuol analizzare anche quello che sarà il futuro di Ancelotti, nome affiancato ad Everton ed Arsenal. Il Milan appare ancora favorito ma la situazione in qualche maniera si dovrà sbloccare. Di certo i precedenti contro il Sassuolo lasciano ben sperare per la sfida di oggi. La riconferma degli stessi titolari delle ultime gare lascerà in campo Bonaventura e in panchina Paquetà, già punzecchiato in passato anche da Giampaolo per avere degli atteggiamenti da "brasiliano". Perché Pioli cerca di fare quel che può con il materiale a disposizione; e la coperta appare corta soprattutto in attacco, dove i soli Piatek e Leao non appaiono sufficienti per poter reggere l’urto fino al termine della stagione. Il polacco ("E’ un’individualità che può indubbiamente crescere"), se arrivasse un attaccante a gennaio, potrebbe anche partire, come indirettamente confermato da Pioli: "E’ giusto che io faccia le mie valutazioni e le faccia con la società. Se ci sarà da migliorare ci troveremo pronti". E poi c’è Leao. Il quale (Pioli dixit) non è un centravanti: "Ma è stato preso per giocare con le due punte". Al fianco di Piatek, di Ibrahimovic o di Mandzukic?

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