Prove finite, il Milan deve tirare in porta

Primo bivio per l’integralista Giampaolo che non si aspettava un avvio così complicato

Marco Giampaolo

Marco Giampaolo

Milano, 14 settembre 2019 - Sperando che non sia un’altra fatal Verona. Perché la gara di domani al Bentegodi è già un crocevia estremamente importante per il cammino del Milan e soprattutto per Giampaolo, chiamato a dare un’anima e una quadratura ad una squadra che appare ancora un cantiere fin troppo aperto. E fra una settimana esatta ci sarà il derby contro l’Inter, formazione che invece appare già come una corazzata fatta e finita. Di certo questo Milan ha bisogno di tempo, proprio quello che il suo tecnico, invece, non ha. Giampaolo punta molto sul collettivo e sui meccanismi di gioco; i dirigenti hanno fatto il possibile col budget a disposizione e hanno puntato su giovani di qualità, ma forse hanno rischiato troppo cambiando in corsa i piani. Mancano gli interpreti giusti per il gioco di Giampaolo, tanto che l’ex allenatore della Sampdoria ormai appare costretto allo stravolgimento del suo 4-3-1-2 passando al più collaudato 4-3-3 con il ritorno di Suso nella sua mattonella destra dell’attacco rossonero.

Per ora, però, l’idea è di proseguire con Suso trequartista e le due punte; confermato Piatek, nonostante la sua astinenza dal gol stia diventando un problema, al suo fianco potrebbe ancora una volta scendere in campo Castillejo, anche se Rebic lancia la sua candidatura: «Sono pronto - ha ammesso nel giorno della sua presentazione - ho giocato in Nazionale e anche all’Eintracht, anche se poi deciderà il mister». Il croato ha giocato spesso nel 4-3-3 e, l’anno scorso, da seconda punta. Motivo per il quale il suo ingresso a gara in corso potrebbe permettere a Giampaolo di passare facilmente al 4-3-3; senza dimenticare Rafael Leao, reduce da un gol con la Under 21 portoghese e Theo Hernandez, terzino sinistro che dopo un mese di stop è tornato a disposizione. Non giocherà dal primo minuto, ma sono i tre cambi possibili e che rappresentano la novità di questo nuovo Milan. Anche se ad oggi Giampaolo si trova costretto ad appoggiarsi alla formazione dell’anno scorso.

Nell'undici iniziale di questa prima parte di stagione, infatti, c’è stato l’innesto del solo Bennacer per Biglia. Confermata la “vecchia“ difesa, è però l’attacco a preoccupare: se prima si criticava il gioco difensivista di Gattuso, ora ci troviamo di fronte ad una squadra che fatica a creare occasioni da rete, nonostante Giampaolo sia stato ingaggiato proprio in quanto maestro di tecnica e tattica. Serve tempo, che Giampaolo non ha. La dirigenza vuole risposte subito: vedere un Milan così arrendevole (anche contro il Brescia, eccezion fatta per gli ultimi minuti, si è fatta molta fatica sotto porta), non piace. Toccherà al tecnico trovare la medicina giusta per guarire il Diavolo.

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