Ecco Gazidis, svolta Milan in tre punti

Questione stadio,“peso“ politico del club e rapporti società-spogliatoio

 Ivan Gazidis ad del Milan (Ansa)

Ivan Gazidis ad del Milan (Ansa)

Milano, 1 dicembre 2018 - Un nuovo inquilino in via Aldo Rossi, dal nome altisonante e dal curriculum ricco come il suo ingaggio (3,5 milioni di euro all’anno): inizia ufficialmente oggi l’avventura al Milan di Ivan Gazidis, dirigente sportivo sudafricano che, nella sua carriera, è stato capace di dare vita a progetti importanti e duraturi nel mondo del calcio. Ed è proprio quello che dal 54enne sudafricano si attende il Fondo Elliott, oggi padrone di un Milan in profonda rifondazione sportiva e dirigenziale. Ivan da Johannesburg, già vice commissario dellaMajor League Soccer ma soprattutto anima commerciale dell’Arsenal, dovrà ora affrontare subito tre temi scottanti, dentro e fuori dal campo.

1) Questione stadio. Detto che la sua nomina verrà ratificata solo nell’assemblea degli azionisti di mercoledì prossimo, ma che il suo contratto parte ufficialmente oggi, il primo, scottante, tema che dovrà affrontare Gazidis sarà quello relativo alla questione stadio. E qui gli scenari sono principalmente due: o proseguire in un corposo restyling di San Siro a braccetto dell’Inter oppure lavorare insieme ai cugini nerazzurri sul progetto di un nuovo impianto. L’obiettivo è chiaro: uno stadio di proprietà può assicurare ottime entrate, la Juventus insegna. Il Milan anni fa aveva pensato ad una struttura tutta sua, ma non se ne fece nulla anche per la cessione del club da parte della famiglia Berlusconi. Milan e Inter hanno sottoscritto un protocollo d’intesa in cui sanciscono la volontà di lavorare insieme sul progetto, valutando una serie di ipotesi tra cui la costruzione di un impianto moderno «di proprietà dei due club milanesi». Bisognerà vedere quale sarà la posizione di Gazidis, anche se il presidente Paolo Scaroni ha ammesso: «Vorrei uno stadio nuovo insieme all’Inter: un modo per dimezzare investimenti e manutenzioni raddoppiando il valore degli sponsor».

2) Il peso politico. Secondo tema, ma non meno importante, il peso politico del Milan. Nel calcio italiano ci sono usi e costumi completamente differenti da qelli, ad esempio, degli Stati Uniti o dell’Inghilterra. E Gazidis dovrà fare in fretta ad abituarsi al regime italico perché l’avvento prima di Yonghong Li prima e l’approdo di Elliott ora hanno fatto perdere al Milan quelle radici nei palazzi della politica che era solita avere in precedenza. Radici indispensabili per una crescita, anche economica.

3) Il rapporto Leonardo-Gattuso. Infine la squadra. Anche se il suo ruolo sarà più orientato verso l’aumento del fatturato (che è fermo a quello di 13 anni fa, come ammesso dal Scaroni stesso), Gazidis dovrà anche cercare di mediare tra Leonardo, Maldini e la squadra. I primi due godono della fiducia della famiglia Singer al pari del dirigente sudafricano, il quale sarà chiamato a limare incomprensioni e pregiudizi tra Gattuso e il responsabile dell’area tecnica Leonardo. Pregiudizi che, dicono i ben informati, vanno confluiscono nella sfera personale. Ripristinare la pace sarà l’obiettivo primario.

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