Milan, ecco le quattro spine di Gattuso

I soliti limiti di Donnarumma e la fragilità difensiva, ma pure il palleggio e la fase d’attacco

Gattuso

Gattuso

Milano, 27 agosto 2018 - Luci e ombre nella notte del San Paolo. Da potenziale impresa a colossale rimpianto, il “day after“ rossonero, ripensando alla sconfitta-beffa è comunque silenzioso: riflessione da una parte, cercando di analizzare il match nei suoi momenti cruciali, e riposo dalla’altra, in attesa di riprendere questo pomeriggio alle 17 in vista della sfida di venerdì sera a San Siro con la Roma. La sensazione è che per tutti, dal magazziniere all’allenatore, si sia persa la “grande occasione“, una di quelle che ti capitano raramente. Perchè quando ti ritrovi sullo 0-2, giocando un calcio molto pragmatico e poco fantasioso, sorretto da una buona condizione fisica e dalla fortuna visto che gli avversari faticano a creare problemi, perdere 3-2 in rimonta fa male. Vero, la reazione del Napoli è stata quella di una grande squadra: bravo l’allenatore ad alzare il baricentro consentendo agli azzurri di calciare con più pericolosità. Bravi i partenopei a pressare altissimo e a mandare in confusione una difesa che va certamente rivista ma non bocciata. Però, come ammesso dallo stesso Gattuso, il Milan ha fatto tanto per metterci del proprio: disattenzioni dei singoli, mancanza di equilibrio fra le parti, poca incisività davanti.

A questo punto è logico chiedersi: si poteva intervenire tatticamente? Si poteva essere più coraggiosi nell’interpretazione della partita? Si poteva rischiare sin dall’inizio qualche acquisto in più di quelli fatti fin dall’inizio? Domande cui, forse, Gattuso risponderà solo nella conferenza stampa di giovedì. Perché già contro la Roma, nel debutto casalingo, l’allenatore si aspetta una pronta reazione, anche per mettere a tacere presunte “divergenze“ di opinioni con Leonardo che avrebbe gradito una gestione diversa del match, cambi compresi.

Per esempio, bisognerà vedere come reagirà Donnarumma, non impeccabile a Napoli. Purtroppo la situazione dei portieri rossoneri è nota: trattasi di un piccolo pasticcio della vecchia società, che si aspettava un’offerta per Gigione e perciò da marzo si è premuniti con Reina. E così, nonostante a volte ostenti il contrario, si capisce che il gigante rossonero non è tranquillo. O comunque non riesce a mantenere la concentrazione per tutti i 90 minuti. Stesso discorso vale per la difesa: il Napoli ha approfittato di tre distrazioni per rimontare e vincere una partita che, dopo 50’, sembrava compromessa. Qualche soluzione in più andrà trovata, al di là del pallone perso da Musacchio sul primo gol e dell’amnesia collettiva sul 3-2. L’ingresso di Caldara porterà qualcosa di buono, senza responsabilizzare eccessivamente il ragazzo. Anche l’attacco può e deve fare di più: con Higuain centravanti si sono visti pochi miglioramenti rispetto allo scorso anno. Il Pipita ha digiunato come facevano di solito Kalinic e André Silva, i gol li hanno firmati un centrocampista (Bonaventura) e un difensore (Calabria). Anche se i movimenti, le sponde e i tagli dell’argentino, hanno permesso di squarciare la difesa avversaria in entrambe le azioni dei gol milanisti. Ma nell’economia del risultato hanno più pesato gli errori in palleggio del molle regista Biglia e del suo sostituto pasticcione Bakayoko. Il ritorno di Calhanoglu porterà più qualità in mediana.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro