Milan, il cda della verità: Yonghong Li alle strette

Dopo il no dell’Uefa al fair-play, oggi il presidente deve dare risposte. Elliott pronto a entrare in gioco

Yonghong Li

Yonghong Li

Milano, 25 maggio 2018 - Ora può succedere davvero di tutto. Da qui al 30 giugno ogni giorno, ogni ora, ogni minuto può essere decisivo per il futuro di Yonghong Li. A partire da oggi quando si riunirà il Consiglio di Amministrazione del club. Il misterioso presidente, ragione centrale nel ‘no’ ricevuto dalla Uefa sul Settlement Agreement (argomento per cui è stato aggiunto in fretta e furia un punto all’ordine del giorno), verrà messo alle strette in conference call. C’è da tirare al più presto le somme sul rifinanziamento, altro nodo che alla Uefa non è andato affatto giù: se tre offerte sono sul tavolo, se ne scelga una per porre fine a questa telenovela infinita per il bene dell’immagine del Milan. Il Cda aspetta poi il versamento di una quota (una decina di milioni circa) dell’aumento di capitale previsto. Soldi che, come da prassi ormai, sono «in viaggio»: un’espressione galante per dire «in ritardo». Una parte del denaro è già arrivata - attraverso vari bonifici in diversi momenti - ma il resto invece ancora latita. Un problema relativo ma sempre un problema: la buona gestione di questi mesi - anche grazie all’amore del pubblico, quasi 40 milioni incassati al botteghino - permette al club di non avere problemi di liquidità. Ma Li deve dimostrare ancora una volta di non aver perso la propria linea di credito che finora, tra mille difficoltà, l’ha finanziato.

Dal Milan bocche cucite, il momento è estremamente delicato ma c’è fiducia che tutto si sistemerà per il meglio. Elliott, principale alleato del club, intanto monitora attentamente la situazione: continua a controllare il buon andamento dei conti e che i vari ‘covenant’ del contratto vengano rispettati. Non sembra che un ulteriore ritardo sul versamento di questo aumento di capitale possa far scattare la volontà al fondo di escutere immediatamente le quote in pegno ma, sicuramente, altri adempimenti nel breve futuro potrebbero far cambiare le carte in tavola. L’orizzonte resta fine ottobre, alla scadenza del prestito, ma un’accelerazione non è da escludere. Come non è da escludere la possibilità per il Milan di chiedere una mano, se non addirittura fare causa, a Fininvest nel pagamento della multa della Uefa. Ipotesi remota ma pur sempre un’ipotesi.

Nessuna dimsissione. Una situazione esplosiva in cui Fassone e Mirabelli vogliono cercare di trasmettere tranquillità ai giocatori e a Gattuso. Ovviamente parte della rosa è preoccupata il messaggio arrivato dalla Uefa e per la possibilità di vedere sfumare, senza colpe, l’Europa. Ma nessuno ha chiesto in alcun modo la cessione. Nemmeno lo stesso Donnarumma, principale indiziato a lasciare il club proprio per esigenze di bilancio. La situazione resta nebulosa ma il senso di appartenenza trasmesso da Gattuso resta intatto. 

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