Corsa all'Europa: il Milan si gioca il sesto posto, Kalinic affronta il proprio passato

La punta croata ha deluso

Kalinic

Kalinic

Milano, 16 maggio 2018 - Domenica sera il Milan si gioca il sesto posto, Kalinic affronta invece il proprio passato per la prima volta con l’ultimo barlume di speranza di restare in rossonero. Non è un mistero che Kalinic sia sulla lista dei partenti, sebbene l’eventuale addio di André Silva potrebbe favorire la sua permanenza (piace in Bundesliga e Cina): in qualunque caso Kalinic non sarà più l’attaccante titolare, con Belotti primo obiettivo di Mirabelli. Contro la Fiorentina il centravanti croato - tra i preconvocati per il Mondiale, sarà uno dei 23 del ct Dalic - appare il favorito a guidare l’attacco di Gattuso, soprattutto in vista della generosa gara di Bergamo dove ha aiutato molto la squadra ma non ha tirato in porta nemmeno una volta. Per Kalinic sarà una partita carica di emozioni: nei due anni a Firenze con Paulo Sousa è diventato uno degli attaccanti più rispettati della Serie A ma la scorsa estate si è lasciato dai Viola tra molte polemiche.

Quanta tensione. «Voglio il Milan, ritengo chiuso il mio ciclo con la Fiorentina», dichiarò il 4 luglio. Apriti cielo. A metà agosto poi presentò un certificato medico perché “emotivamente inquietato” per agevolare il suo trasferimento a Milano. Ma anche a contratto firmato ecco saltare i nervi scoperti. Colpa di una battuta di Mirabelli durante la cerimonia di presentazione («Se non segni ti rimando là») che scatenò la violenta reazione della Fiorentina. Una frase maledetta, visti i numeri prodotti in stagione da Kalinic: appena 5 gol in 40 presenze, uno ogni 431’. Ora Kalinic affronterà la Viola per la prima volta da avversario: all’andata infatti il croato era indisponibile per un infortunio alla caviglia, rimediato dopo il duro intervento di Skriniar nel derby di Coppa Italia. Si evitò così insulti e fischi dal Franchi. Situazioni che rimedia anche a San Siro, poco propenso a perdonargli il minimo errore. Per questo Gattuso ha chiesto, nell’immediato post-Bergamo, il massimo supporto: «Fatelo per me, se dovesse giocare domenica non fischiatelo».Un appello accorato che ha tutto il sapore di una dichiarazione d’intenti: giocherà Kalinic, chissà se per il passo d’addio o l’alba di un nuovo giorno.

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