Altro che Fair Play, Milan fuori dall’Europa

Il club dei 18 titoli internazionali estromesso per la burocrazia dell’Uefa: ma la società accetta

Zvonimir Boban (Ansa)

Zvonimir Boban (Ansa).

Milano, 29 giugno 2019 - E che ora sia finalmente il Milan di Elliott. Il Diavolo, a 12 anni dall’ultima Champions del 2007, dice addio ad un passato tanto glorioso quanto, nell’ultimo periodo, burrascoso; si getta alle spalle ceneri e trofei, cerca di barcamenarsi e apre ad un triennio che sarà fatto di risanamenti di bilancio, giovani di spessore e (si spera) una rapida risalita. Il presente, però, è meno sportivo e accattivante per i tifosi. Ma dovuto, perché i disastri delle precedenti proprietà hanno spinto Elliott a cercare un’intesa extragiudiziale con la Uefa. Nonostante i 18 titoli internazionali, i 48 complessivi, la storia e il blasone della società. Tutto questo non conta nulla di fronte ai tecnocrati dell’Uefa e del Fair Play. E la giornata di ieri potrebbe davvero rappresentare uno spartiacque nella storia recente dei rossoneri: il Tribunale Arbitrale dello Sport ha pronunciato un lodo arbitrale transattivo (consent award) che, di fatto, ha ratificato l’accettazione volontaria da parte del Milan dell’esclusione di un anno dalle competizioni europee per aver violato il Fair Play Finanziario nel 2014-2017 e 2015-2018.

In un colpo solo l’attuale azionista di maggioranza, rinunciando a partecipare all’Europa League ha chiuso i capitoli legati all’ultimo periodo berlusconiano ma anche a quello di Yonghong Li, la situazione peggiore visto che il bilancio si chiuse a -128 milioni: «Ci dispiace non andare in Europa, ma non siamo noi i responsabili delle infrazioni commesse - ha sbottato Paolo Scaroni - ma dovevamo assolutamente mettere fine a questa faccenda». Elliott, che si è trovato a rilevare forzosamente il club il 21 luglio 2018 ereditando le perdite accumulate dal desaparecido Yonghong Li, ha trovato l’accordo che cercava. Una sentenza che accontenta tutti e che mette fine a quello che era un caso unico. Nei prossimi giorni la Camera Giudicante della Uefa ratificherà la decisione del Tas e metterà la parola fine sulla vicenda; di certo ora i Milan potrà agire con meno paletti: perché i rossoneri, nel 2019/2020, saranno fuori dal monitoraggio del Fair Play Finanziario in quanto non partecipanti alle coppe. E quindi non avranno fretta, ad esempio, di cedere Donnarumma al Psg per inserire plusvalenza a bilancio entro il 30 giugno. Ma è chiaro che non ci sarà da illudersi, perché sul mercato e, più in generale, sulla sua linea economica, il Milan non potrà fare follie. Da Nyon continuerà un monitoraggio nell’ombra e i rossoneri dovranno risanare la società: le cessioni di Donnarumma, Suso o Cutrone produrrebbero plusvalenze che farebbero fare bella figura al club davanti agli occhi dei burocrati svizzeri.

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