Europa League a rischio, atteso il verdetto Uefa: Milan quasi rassegnato al Tas

L’assenza di Yonghong Li, appena richiamato dal cda per i 32 milioni, non ha aiutato la causa

Yonghong Li (LaPresse)

Yonghong Li (LaPresse)

Milano, 20 giugno 2018-  Il sorriso (forzato) tradisce il nervosismo. Nasconde la tensione. Maschera, fin che può, una realtà per nulla rassicurante. Marco Fassone prova a tranquillizzare il popolo milanista dopo oltre due ore di dibattimento alla Commissione Giudicante Uefa, ma il rischio dell’esclusione dall’Europa League per aver violato le regole del Fair Play Finanziario è un incubo che agiterà le prossime notti. La folta delegazione rossonera (capeggiata dall’ad, con la difesa tecnica affidata all’avvocato Cappelli che è pure componente del Cda e all’avvocato Andrea Aiello) si era presentata di buon mattino presso la sede Uefa di Nyon, provando a giocarsi le (poche) carte a disposizione per convincere i cinque commissari (guidati dal portoghese Josè Narciso Da Cunha Rodrigues). In particolare i rappresentanti del club hanno puntato sui numeri e sulla gestione corrente della società, con le garanzie (scritte in una dettagliata lettera da Elliott) riguardanti la continuità aziendale basate sullo scudo finanziario offerto dal Fondo statunitense. C’è stato un contraddittorio ma l’atteggiamento della commissione è stato definito «imperscrutabile», e si capisce il perché.

Dopo due rifiuti alla richiesta di «voluntary agreement» e la bocciatura del «settlement» c’è poco da illudersi per quel che riguarda il verdetto, atteso entro venerdì. A questo va aggiunto che il Milan è arrivato a Nyon con Yonghong Li inadempiente alla richiesta di aumento di capitale da 32 milioni, e il Cda costretto a «richiamare» il suo azionista di maggioranza per il mancato pagamento. Non sono proprio dettagli e di certo questi comportamenti non passano inosservati davanti alla camera giudicante dell’Uefa. «Ho imparato a non esprimere sensazioni - il commento a caldo dell’ad -, abbiamo argomentato tutte le nostre tesi che avevamo già espresso per iscritto, ho il sentimento che quantomeno siamo stati ascoltati, adesso attendiamo la decisione. Noi chiediamo che il club sia valutato in coerenza con le decisioni prese in periodo di Financial Fair Play. Sembra che il nostro caso sia trattato in maniera differente rispetto ad altri». La verità è che non c’è grande ottimismo. Che i sorrisi sono di facciata. E che si va verso l’esclusione dalle coppe, col Milan pronto a fare ricorso al Tas di Losanna. Fassone però esclude che il verdetto possa comportare più di un anno di squalifica dalle coppe europee, anche se si percepisce un’aria di diffidenza nei confronti del massimo organismo calcistico europeo: «Non voglio esprimere giudizi parlando di verdetto politico, soprattutto prima della sentenza.

La commissione è composta da personaggi di altissimo livello e prestigio. Eventualmente commenteremo dopo». Parlare però di complotto politico può essere semplicistico, perché in realtà altre risposte vorrebbero i tifosi. Ad esempio, cosa pensano Berlusconi e Fininvest di questa situazione? Come hanno fatto a fidarsi di Yonghong Li dopo aver liquidato improvvisamente Mr Bee? E i grandi advisor che hanno seguito e garantito per l’operazione come si spiegano tutto ciò? Anche perché, come era prevedibile, nonostante accelerazioni e movimenti dei giorni scorsi, il Milan non ha portato davanti alla Commissione il nome di un nuovo eventuale socio di Yonghong. E a Nyon non c’era neppure Han Li, sempre presente in altri incontri nella sede dell’Uefa. «Abbiamo scelto la linea di andare per fatti certi, e non per congetture o supposizioni - spiega Fassone - e speriamo che allo stesso modo vengano valutati fatti certi e non congetture. Il mercato? Al massimo può cambiare il budget che avremo a disposizione» (nel frattempo si parla di uno scambio Donnarumma-Callejon più soldi col Napoli). Eppure i beneinformati sono pronti a scommettere che il subentro di Elliott potrebbe essere immediato, soprattutto se i 32 milioni non arrivassero entro il 28-29 giugno.

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