Confronto Donnarumma-tifosi. Maldini: "Solo il Milan decide chi gioca"

Alcuni supporter della curva a Milanello avevano attaccato il portiere: "O rinnovi subito o con la Juve non giochi". Il direttore tecnico: ogni trattativa congelata fino a fine stagione

Gianluigi Donnarumma

Gianluigi Donnarumma

Ormai è un tormentone di ogni fine stagione: cosa farà Gigio Donnarumma? Andra via dal Milan? Indosserà la maglia della Juventus? A tenere banco è in questi giorni il rinnovo di contratto del portiere classe 1999. E gli ultras rossoneri non ci stanno. "Se non firmi il rinnovo, almeno non scendere in campo in Juventus-Milan (si gioca la prossima settimana, ndr)". Proposta che il club rossonero non ha considerato, ma che la dice lunga su quanto i toni del confronto fra gli ultras e il portiere siano ormai accesi.

Il Milan, dal canto suo, per bocca del direttore sportivo Frederic Massara ha fatto capire di aver fatto la propria parte e di essere ora in attesa della decisione di Gianluigi Donnarumma e del suo procuratore Mino Raiola. La proposta della società sarebbe un nuovo contratto da 8 milioni di euro circa all'anno, compresi i bonus. Non è la prima volta in cui il futuro di Gigio Donnarumma al Milan è in bilico. Nel 2017 il portiere era già stato etichettato da alcuni tifosi come "Dollarumma" per le proprie richieste di avere più soldi in alternativa a un trasferimento lontano dal Milan. 

In mattinata il direttore dell'area tecnica rossonera, l'ex capitano del Milan Paolo Maldini, ha chiarito la posizione della società. "È importante ribadire con fermezza che nessuno al di fuori del Milan può decidere chi gioca e chi rinnova. Certe scelte competono all'allenatore per quanto riguarda il campo e al Club per le questioni contrattuali - così il dirigente all'Ansa - Da questo momento ogni singola trattativa per i rinnovi viene congelata fino alla fine della stagione, per permettere alla squadra di concentrarsi unicamente sul campionato. Nel frattempo, continueremo a tutelare i nostri calciatori come abbiamo sempre fatto". Il dirigente rossonero, all'epoca del suo addio, venne fischiato da parte degli ultras per uno scontro risalente al 2005, dopo la finale di Champions League persa dal Milan di Ancelotti contro il Liverpool.

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