Milan, Giampaolo: "Il gol ha rotto gli equilibri ma non abbiamo fatto male"

Perdere fa parte del gioco, ma uscire sconfitti senza mai tirare in porta, di certo, è un’altra cosa

Marco Giampaolo (Ansa)

Marco Giampaolo (Ansa)

Milano, 22 settembre 2019 - Perdere fa parte  del gioco, ma uscire sconfitti senza mai tirare in porta, di certo, è un’altra cosa. Nonostante questo, Marco Giampaolo dopo lo 0-2 subito dal suo Milan nel derby contro l’Inter si dichiara comunque soddisfatto: «La mia analisi della partita è che abbiamo iniziato la gara con qualche titubanza di troppo, poi ci siamo assestati e la gara è scivolata via in equilibrio - le parole del tecnico rossonero al termine della stracittadina persa - certo l’Inter ha qualcosa in più sul piano dell’esperienza, però quel gap il Milan era anche riuscito a colmarlo durante la gara. Il gol su quel calcio di punizione, poi, ci ha disuniti e ci siamo disorganizzati».

Un solo tiro in porta, quello di Theo Hernandez al minuto 86. Troppo poco, per una squadra che non ha messo in campo l’adrenalina giusta per portare a casa una delle gare più importanti dell’anno: «Disunirsi dopo il gol subito è stata una reazione emotiva - prosegue ancora Giampaolo - ma nel complesso il Milan c’è stato. La reazione disordinata, emotiva, con giocatori che andavano a pestare zolle di campo di non loro competenza è l’unico aspetto che mi è piaciuto meno, per il resto non siamo andati male». La mediana, soprattutto in Biglia, ha trovato un punto debole. Mancanza di verticalizzazioni e di lanci in profondità, dati che però al tecnico del Diavolo sembrano non interessare: «Giocando alti, con tre attaccanti pure, qualche rischio dobbiamo correrlo - prosegue ancora Marco Giampaolo - ma è una scelta che devi fare. La squadra mi è piaciuta, anche il coraggio di risalire o di provare a farlo non deve passare inosservata».

Una delle poche note liete della serata è stato Leao, lanciato quasi a sorpresa dal primo minuto da Giampaolo ma che, nonostante avesse di fronte un vecchio lupo come Godin, se l’è cavata molto bene: «Mi è piaciuto, ha l’uno contro uno in velocità, è agile - ammette l’ex allenatore della Sampdoria - ho pensato di farlo giocare perché l’Inter difendeva a tre e lui ha un bel passo, poteva gettarsi negli spazi; ha numeri, deve imparare a stare dietro ai tempi di gioco e ai nostri schemi. Non è un calciatore timido, ha personalità». Elogi per Leao e tentativi di trovare aspetti positivi anche quando, forse, non ce ne sono. E a fine gara, tra i rossoneri, è stato un fuggi fuggi immediato appena terminata la gara. Un segnale di tristezza per chi sperava in un risultato migliore.

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