Milan al Dall'Ara, "Ibra? Il mio regalo è vincere a Bologna"

In attesa del sogno “svedese” Pioli vuole concentrarsi sul campo: "Babbo Natale arriva il 25 dicembre, ora voglio vedere la squadra crescere"

Stefano Pioli

Stefano Pioli

Milano, 8 dicembre 2019 - Due squadre, due proprietà americane, due sogni: vincere oggi e portarsi a casa Zlatan Ibrahimovic. Bologna-Milan è sì una gara importantissima in chiave classifica, ma lo è soprattutto per l’extra campo. Joe Saputo da una parte, il Fondo Elliott dall’altra: entrambi a caccia di un 38enne che potrebbe far svoltare entrambe. In casa Milan però Stefano Pioli prova a concentrarsi sul campo, anche se lancia un chiaro messaggio di mercato alla sua dirigenza: «Piatek è più centravanti d’area, Leao non è un centravanti ma una punta di movimento». Tradotto: serve un centravanti, vista l’attuale scarsa vena realizzata del polacco.

E non è di certo una novità quella di avere due giocatori differenti lì davanti: lo si era visto anche durante Parma-Milan, quando nel dopopartita il tecnico rossonero sottolineò come l’ex Lille non riesca a riempire l’area come il collega. Questo gli impedisce di poter variare del punto di vista tattico: la squadra ha trovato un suo equilibrio col 4-3-3, verissimo, ma l’imprevedibilità dovrebbe essere un’arma in più di questo team che, invece, è costretto spesso a giocare sempre con gli stessi schemi. Perché passando a due attaccanti, se Pioli schierasse Piatek e Leao insieme, in panchina non ci sarebbero alternative di sorta. La mancanza di un centravanti rilancia indirettamente la necessità di avere Ibrahimovic il prima possibile. Contro il Bologna, salvo ribaltoni, dovremmo rivedere ancora il Pistolero dall’inizio, anche perché «non c’è un problema Piatek» (Pioli dixit).

La verità sta nel mezzo: è chiaro che la scarsa vena realizzativa del polacco preoccupa, ma Pioli non può esporsi in prima persona su Ibrahimovic perché l’effetto demoralizzante su Piatek potrebbe essere davvero una batosta irreversibile: «Non esiste un caso di un giocatore su un gioco di squadra - precisa ancora Pioli - dobbiamo puntare su questo. Il caso di un singolo giocatore non esiste, per me esiste un caso Milan. Lavoriamo tutti insieme». Per la gara di stasera al Dall’Ara di Bologna (ore 20.45) tutti a disposizione tranne Duarte e Caldara. E, per ora, anche Ibrahimovic: «Babbo Natale arriva il 25 dicembre, voi parlate ad ottobre di questa situazione - ha tagliato corto Pioli - se mi immagino un regalo oggi, spero nei tre punti». Anche se la mente torna indietro alla stagione 2010-2011, in panchina c’era Massimiliano Allegri e in attacco lo svedese, che con i suoi 21 gol consegnò il tricolore al Milan.

L’ultimo, ormai sbiadito, ricordo di un Milan vincente che fu e che oggi, invece, fa molta fatica a sbarcare il lunario. Anche se si continua a parlare ancora di obiettivo Europa: «E’ normale per chi allena il Milan che l’obiettivo deve essere quello - ha concluso Pioli - non sono venuto qua per fare un lavoro normale, ma per fare il meglio possibile. Se alla fine dell’anno non ci saremmo riusciti ammetteremmo comunque di averci provato».

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