"Belotti mi ricorda Sheva". Sarà l’ultima da nemico?

Gattuso benedice il ‘Gallo’: intanto insiste con Kalinic

Belotti, giocatore del Torino (Ansa)

Belotti, giocatore del Torino (Ansa)

Milano, 18 aprile 2018 - Il paragone tra Belotti e Shevchenko (ri)apre la stagione del mercato del Milan. «Dopo Sheva – il complimento di Gattuso – è quello che mi ha impressionato di più». Può dirlo Rino a ragion veduta, visto che l’attuale allenatore del Milan ha avuto il merito di aver spinto - assieme a Perinetti - per il trasferimento del Gallo dall’AlbinoLeffe al Palermo - nella sua fugace esperienza sotto Zamparini - e lo ha potuto vedere in azione al fianco di un altro campione in erba come Dybala. «Belotti mi è sempre piaciuto – rimarca Gattuso –, ha il veleno, è un giocatore completo e un ragazzo per bene. Se tira trenta volte, per 28 prende la porta. E di testa è fortissimo». Un sincero attestato di ammirazione verso un attaccante già cercato da Mirabelli in estate: il Milan a luglio aveva formulato per due volte una ricca offerta per Belotti - prima 40 milioni più Niang, Kucka e Zapata, poi 50 milioni cash - ma Cairo aveva sempre risposto di no, forte di una clausola da 100 milioni valida solo per l’estero.

In estate la trattativa potrebbe riaprirsi visto che tra i «pochi acquisti» invocati da Gattuso c’è un centravanti. I fischi di domenica sera rivolti a Kalinic da San Siro hanno fatto «arrabbiare» Gattuso («È da un po’ di tempo che viene massacrato») che confermerà il croato al centro del tridente per cercare di infondergli un minimo di fiducia. Ma se Cairo dovesse mai aprire le porte alla cessioni sarebbe in cima alle preferenze di Gattuso. Resta da stabilire il destino di Suso, forte di una clausola di 38 milioni («Ma perché se ne dovrebbe andare? Staremo là a combattere e a convincerlo a rimanere. Ma questa problematica non c’è e mi ricorda un po’ Seedorf»), e che ruolo avrà Calhanoglu («lo vedo alla Pirlo ma non posso fare esperimenti»). Ma ora c’è da conquistarsi l’Europa League e aspettare il verdetto della Uefa sul Settlement Agreement (venerdì l’incontro a Nyon). Perché con il Toro «serve la grinta vista col Napoli ma serve segnare»

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