Il Milan respira, bond posticipato al 2019

Un modo per agevolare l’iscrizione della società al prossimo campionato di Serie A

Marco Fassone (LaPresse)

Marco Fassone (LaPresse)

Milano, 3 maggio 2018 - Il Milan riscadenza una tranche da 15 milioni di euro di uno dei due bond sottoscritti da Elliott attraverso la società lussemburghese Project RedBlack per aderire ai parametri economici della Figc. Lo slittamento di otto mesi (dal 15 ottobre 2018 al 30 giugno 2019) permette infatti al club di rientrare nell’indicatore di liquidità - misura il rapporto fra attività e passività a breve termine -, senza avere problemi per l’iscrizione al prossimo campionato di Serie A. Un tecnicismo approvato ieri all’unanimità durante l’Assemblea dei Soci che non ha nulla a che fare con possibili problemi di liquidità ma che la dice lunga sulla quantità di debiti contratti da Yonghong Li per la gestione quotidiana del Milan. Elliott resta il totem finanziario del Milan.

In cambio della proroga Elliott potrà esercitare il diritto di surroga versando 21 milioni di aumento di capitale entro il 30 giugno in caso di ritardi o indisponibilità da parte di Li. In tal caso il Milan dovrà rimborsare anticipatamente il bond, pena la riscossione delle quote in pegno a Elliott. L’esercizio 2017/18 verrà infatti chiuso con un passivo di circa 90 milioni, con il piano di ridurre il gap a -55 nel 2019 e -30 nel 2020. Al netto di una eventuale qualificazione in Champions, risultato che permetterebbe di raggiungere il break-even in anticipo. Durante l’Assemblea non sono state invece discusse le modifiche statutarie per l’eliminazione dell’indicazione del valore nominale azioni e la dematerializzazione dei titoli perché, come spiegato dal consigliere Roberto Cappelli, “non c’è stato il tempo materiale di condividere e trovare l’accordo” necessario con l’obbligazionista, ossia la stessa Elliott. Saranno discusse prima della prossima assemblea dei soci, quello in cui si ratificherà la semestrale.

Ma Fassone trova il modo per rassicurare i Piccoli Azionisti: entro un mese verrà presentato a Yonghong Li il “giusto piano” per restituire i 383 milioni (interessi compresi). Il tempo stringe e a fine maggio (quando è inoltre attesa la decisone della Uefa su Settlement Agreement) la proprietà cinese non potrà chiedere - come fatto in questi mesi - di trovare alternative a tassi migliori. Fassone svela inoltre la strategia per il prossimo mercato, negando che le prossime cessione (Donnarumma, Suso e Kalinic i papabili) servano per esigenze di bilancio: dopo Reina e Strinic (presi a parametro zero), sale la candidatura di Dzeko che risponde all’identikit del giocatore cercato da Fassone (“di esperienza e personalità”).

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