Inter, Spalletti cambia musica: in Champions serve di più

I nerazzurri scendono in campo a San Siro contro il Tottenham

Luciano Spalletti

Luciano Spalletti

Milano, 18 settembre 2018 - Gli ombrelloni sono ancora aperti e sui volti degli ex vacanzieri resiste l’abbronzatura di un’estate che sembra non volerci abbandonare, ma per l’Inter è già partita della svolta. Non semplici esami di riparazione. L’avvio di stagione è da dimenticare (due sconfitte e appena 4 punti nelle prime quattro giornate), i postumi dolorosi dopo lo scivolone casalingo con il Parma si fanno ancora sentire, ma la squillante sinfonia della Champions e le motivazioni che solo questa competizione può regalare, devono risvegliare l’ardore e l’orgoglio dei nerazzurri anche perché è difficile ipotizzare che, in caso di nuova disfatta, a saltare sia il tecnico che ha appena rinnovato il contratto a 5,2 milioni a stagione. Dopo sei anni finalmente si riaprono le porte della Champions per l’Inter, e stasera San Siro sarà una bolgia (finora 62.500 i biglietti venduti, compresi i 2000 del settore ospiti) per l’arrivo del Tottenham (decimato dalle assenze) di Kane ed Eriksen. Vero, il gruppo è ancora acerbo e in infermeria c’è Vrsaljko, mentre Dalbert non è nella lista Uefa e anche l’acciaccato D’Ambrosio è incerto («Servirà la disponibilità di qualcuno di fare cose diverse», avverte Spalletti, che rilancia Vecino in mediana e non esclude la difesa a tre). Ma, emergenza esterni a parte, l’unico pensiero che agita la mente di tutti è quello di riscattarsi dopo le ultime figuracce.

«La fetta più importante di responsabilità è mia, ma la partita arriva al momento giusto e ci può far sterzare – ammette Spalletti –. Gli inglesi sono forti, come noi. Sarà un match a viso aperto, ci darà dei benefici». E’la notte della verità dunque. Vincere serve per il morale e per evitare che anche il cammino europeo diventi in salita dopo stagioni di colpevole latitanza. «La Champions è la Disneyland del calcio, il lunapark del football, si vivono emozioni belle. In molti giocatori non l’hanno ancora provato, e sono convinto che la sofferenza dell’anno scorso per arrivare quarti, la voglia e la curiosità di esserci saranno superiori alla nostra mancanza di esperienza. E questa gara può farci superare determinati blocchi». Quando va in difficoltà la squadra finisce per disunirsi: «L’ho detto anche ai giocatori domenica: si deve rimanere dentro il sistema di gioco provato, altrimenti si fa confusione. Come ha reagito la squadra? Sono rimasti in silenzio, semplicemente perché non avevano nulla da obiettare. E poi hanno recepito bene il messaggio: chiacchierare poco e fare molto». Spalletti pretende molto di più a livello individuale: «Mi preoccupano i valori troppo bassi di alcuni giocatori, ancora non hanno evidenziato le loro qualità. Siamo tutti consapevoli che c’è da mettere qualcosa in più». Di certo deve dare qualcosa di più Icardi (secondo i rumors tentato dallo United), al debutto nella competizione e difeso dall’allenatore. «Lasciamolo così com’è, calcisticamente è fatto bene, sta pagando il gioco sporco che gli arriva». 

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