Inter, Spalletti: "Scudetto? Non dobbiamo illudere i tifosi"

I paletti sul mercato: "Siamo ambiziosi ma è necessario fare i conti col Fair Play che ci condizionerà"

Luciano Spalletti

Luciano Spalletti

Milano, 25 maggio 2018 - Un'ora e mezza per fare il punto finale della stagione. Luciano Spalletti si è preso tutto il tempo che gli serviva per ringraziare tutti gli attori che hanno partecipato al lungo film del campionato interista e per togliersi, una volta di più, sassolini dalle scarpe per i quali già in passato aveva dimostrato di nutrire un certo fastidio. Si parte dai tanti «grazie», ai tifosi, la società, i calciatori, i magazzinieri, ma non sono solo rose e fiori nonostante la Champions. «Ora che siamo lì – dice il tecnico nella conferenza di Appiano - dobbiamo rimanerci, ma non dobbiamo dimenticare che siamo arrivati quarti al fotofinish mettendo davanti una spalla. Se si parla di scudetto si deve fare un mercato all’altezza di chi lo ha vinto e noi al momento abbiamo dei paletti». Prima conseguenza: Cancelo e Rafinha non verranno riscattati. «Costano troppo», riassume Spalletti dando voce alla dirigenza, proprio nel giorno in cui il Valencia ufficializza la permanenza di Kondogbia in Spagna e piazza una clausola rescissoria da 80 milioni di euro. «Più avanti si vedrà cosa si potrà fare», sottolinea l’allenatore lasciando aperta la stessa porta che di recente ha attraversato Piero Ausilio, quella del dialogo per ammorbidire i due club iberici. I discorsi sul portoghese e sul brasiliano rientrano in una precisa volontà: quella di non ripetere l’errore dell’estate scorsa, quando a Spalletti fu chiesto di acciuffare uno dei primi quattro posti promettendo un mercato poi smorzato con il passare delle settimane.

«A me è stato chiesto di entrare in Champions facendomi delle promesse di mercato che poi non sono state mantenute – dice ancora l’allenatore – Nella campagna trasferimenti abbiamo ceduto otto giocatori e ne abbiamo comprati sei. Poi sono stati bravissimi i giocatori, ma le premesse non erano quelle. Lo scorso anno non ho detto nulla perché sarebbe stato sbagliato da parte mia, ma se quest’anno avverrà lo stesso verrò a dirvi la verità». È anche per questo che, sebbene la società abbia già proposto un rinnovo fino al 2021 a Spalletti, nessuna firma è stata apposta. È probabile che il tecnico voglia capire come andranno le cose nei prossimi mesi, per poi eventualmente legarsi con un contratto più lungo: «Posso anche firmare a vita, ma se poi capita un periodo come quello di quest’anno i contratti servono a poco, se non a creare un po’ di scompiglio. Non c’è alcuna fretta».

Potrebbe arrivare prima il nuovo accordo con Icardi. «Ma dipenderà da lui, perché non si può tenere chi non vuole restare. Wanda Nara? Io parlo con i giocatori, non con le mogli», commenta laconico Spalletti. Tutto lascia pensare che alla fine il capitano nerazzurro non cambierà squadra, disputando con la fascia al braccio la Champions League che ha rincorso per tutta la prima parte della carriera. Probabilmente con un contratto nuovo, chissà se con una clausola modificata o addirittura senza alcuna cifra per la rescissione. Nel frattempo a Milano è sbarcato uno dei primi volti nuovi della stagione che verrà (Lautaro Martinez) ed è di ieri l’incontro tra Piero Ausilio e Alessandro Beltrami per parlare di Niccolò Barella. Il centrocampista classe ‘97, per ammissione dello stesso tecnico, è obiettivo gradito al timoniere. È giovane, ha personalità, anche se per acquistarlo serve battere una folta concorrenza e affrontare una spesa di una trentina di milioni per il solo cartellino. Beltrami cura anche gli interessi di Radja Nainggolan, opzione da tenere in conto qualora davvero non dovesse restare Rafinha

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