Allarme Inter, tradita dal suo baby Dimarco/ VIDEO

Debuttò in nerazzurro con Mancini. Prestato ai ducali, trova un gol alla Roberto Carlos e firma la vittoria a San Siro a tre giorni dalla Champions

Luciano Spalletti

Luciano Spalletti

Milano, 16 settembre 2018 - Cade rovinosamente l’Inter nel derby fra proprietà cinesi, sgambettata a domicilio dal Parma (0-1) e da un giovanotto di sua proprietà, Federico Dimarco (in prestito agli emiliani), cresciuto proprio nel vivaio nerazzurro: è l’esterno sinistro, al 79’, a impallinare dalla lunga distanza l’impreparato Handanovic (forse coperto da un calciatore del Parma, in fuorigioco) e a spingere gli uomini di Spalletti (a digiuno di vittorie casalinghe da cinque mesi) nel burrone. Il nuovo capitombolo (seconda sconfitta su quattro gare) fa parecchio male, ma forse non è il caso di accelerare i processi, anche perché già domani è vigilia di Champions (e magari anche per questo motivo i 60mila tifosi non hanno fischiato, a differenza di quanto accaduto dopo il pari contro il Torino).

Certo, le attenuanti non mancano per l’Inter (sfortunata e imprecisa soprattutto nel primo tempo) che lamenta pure un rigore per un più che sospetto tocco col gomito dello stesso Dimarco sulla linea di porta nella ripresa (perché l’arbitro non ha voluto rivedere le immagini col Var?); ma gli ospiti, ben messi in campo da D’Aversa, attenti in difesa, ordinati in mediana e micidiali in contropiede con Gervinho e soprattutto Inglese, nulla hanno rubato. La verità è che la squadra nerazzurra non ha avuto un approccio sbagliato al match, e finché ha retto fisicamente e la mente è rimasta lucida, la manovra (pur scolastica) ha prodotto parecchie occasioni (Perisic, Keita, Nainggolan, Skriniar a ripetizione hanno mancato il bersaglio). Quando Nainggolan prima (bravo per un’ora a smistare a destra e sinistra e a cercare la conclusione) e Brozovic poi si sono spenti, tutta la squadra è calata alla distanza, finendo per innervosirsi nella parte finale. Impalpabile anche Icardi, inizialmente risparmiato per la Champions, e quasi invisibile nella ripresa (come il falso nueve Keita nel primo tempo). Eppure per Spalletti i principali responsabili della sconfitta sono due, l’arbitro e... gli avversari.

«C’era un rigore clamoroso per noi - sbotta a fine gara l’allenatore ricordando il mani in area di Dimarco -. Si vede chiaramente che il giocatore tocca la palla con il gomito e la manda via». Ma ad infastidire il tecnico è stato, a suo dire, pure l’atteggiamento del Parma: «Mi è dispiaciuto il loro ostruzionismo, era evidente già nel primo tempo». Poi il tecnico recita il mea culpa: «Bisogna fare di più e anche io ho delle responsabilità. Se individualmente la risposta è quella di oggi, il mio lavoro non è fatto bene. Ho una squadra forte, una rosa ottima, e devo farla rendere bene. Di sicuro le nostre potenzialità sono superiori ai 4 punti racimolati finora». Problema di testa? Forse sì. «Quando metti un Politano per esempio sembra che poi non ce la faccia. È una questione di tensione, se uno ne sente troppa poi viene limitato».

Quella tensione che invece non ha avvertito Dimarco, mandato in campo ad inizio ripresa al posto dell’infortunato Gobbi. Nel lontano 11 dicembre 2014 Roberto Mancini lo fece esordire coi nerazzurri in Europa League (sei minuti col Qarabag), cinque mesi dopo il ragazzino debuttò in A con l’Empoli. Poi un lungo girovagare fra Italia e Svizzera, e ieri il dispetto alla «sua» Inter, che chiude una settimana stupenda visto che Dimarco aveva fatto gol pure con l’under 21): «L’esultanza è stata la liberazione di questi ultimi anni difficili. Non avrei mai voluto che questo primo gol sia fosse contro la mia squadra del cuore, ma il calcio è anche questo. Mi dispiace per i tifosi che si sono sentiti offesi, ma non è cosi. Volevo chiedervi di non offendere, proprio ora che sta per nascere mia figlia. Una rete alla Roberto Carlos? Non esageriamo con i paragoni». 

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