Inter, il ritorno di Ninja: c’è voglia di rivincita

Dopo gli infortuni e la sospensione, Nainggolan è intenzionato a ritrovare la vecchia forma

Nainggolan con la maglia nerazzurra

Nainggolan con la maglia nerazzurra

Milano, 21 gennaio 2019 - Dopo il bastone della sospensione interna, Luciano Spalletti è passato alla carota: «Nainggolan sta tornando in forma, sarà un acquisto importante per il prosieguo della stagione». Un augurio, sicuramente. Chissà che non sia anche una convinzione. Ad Appiano Gentile sperano con tutto il cuore che il belga possa tornare ai fasti giallorossi del periodo «spallettiano», regalando all’Inter quel mix di gol, corsa, leadership in grado di far fare un enorme salto di qualità alla squadra. Ad oggi parlano i numeri e sono in gran parte negativi: 13 partite (sulle 26 totali della stagione nerazzurra), due soli gol a Bologna e Psv Eindhoven, tre infortuni e una sospensione per indisciplina.

Filtrano notizie di un giocatore sulla via della redenzione, in anticipo agli allenamenti e con tanta voglia di rifarsi. Ha sei mesi per dimostrarlo, spazzando via dubbi sempre più consistenti sulla bontà dell’operazione estiva. Ovvio che quanto sta accadendo a Nainggolan si leghi, nel pensiero dei tifosi nerazzurri, alle prestazioni nettamente in senso contrario di Nicolò Zaniolo in giallorosso. Le necessità del settlement agreement non bastano a giustificare la perdita di un prospetto che è già molto più presente che futuro, titolare fisso della Roma, già convocato in azzurro da Roberto Mancini. È presto per annoverare il ragazzo nella categoria dei talenti che sbocciano altrove. Le capacità si erano intraviste anche in Primavera, sebbene Monchi stesso abbia ammesso stupore nel vedere una crescita così repentina. Sarebbe ben più facile digerirne la dipartita se il «Ninja» facesse il suo, e Spalletti, che ne ha fortemente caldeggiato l’acquisto, avrebbe un punto di demerito in meno con cui dover fare i conti nel suo personale bilancio a Milano, finora complessivamente positivo.

L'Inter è tornata in Champions, è nella zona di classifica che serve per restarci l’anno prossimo, ha ancora la chance di far bene in Coppa Italia ed Europa League. Deve però ritrovare il mordente che la gara contro il Sassuolo ha visto in gran parte assente e una produzione offensiva sempre più schiacciata sull’apporto che Icardi riesce a fornire. L’anno scorso Perisic aveva fatto il suo, soprattutto fino a metà annata, aggiungendo un buon bottino a quello del capitano. Non si sta ripetendo: solo 3 gol in campionato, gli stessi di Martinez con un minutaggio infinitamente superiore e uno in meno dell’infortunato Keita.Male. I 70 milioni di valutazione circolati nelle ultime due estati e mai messi sul tavolo dagli estimatori del croato oggi sembrano sempre più un’esagerazione. Anche nel caso dell’esterno offensivo le prestazioni richiamano le scelte del tecnico. Spalletti gli ha dato fiducia incondizionata, esaltandone le doti difensive nel momento (prolungato e tuttora in corso) in cui all’appello mancano reti e assistenze, soprattutto una continuità nelle giocate mai pienamente trovata in carriera. 

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