Inter, Lautaro-Lukaku: bomber fatti l’un per l’altro

Se i nerazzurri possono vantare il miglior attacco della serie A è merito soprattutto del “Toro“ (15 gol) e “Big Rom“ (21 reti)

Lautaro Martinez e Romelu Lukaku

Lautaro Martinez e Romelu Lukaku

Milano - Nel novero delle grandi coppie gol nerazzurre ci sono ormai anche loro. Pochi passi ancora e saranno nella storia non solo per glorie personali, ma anche per quella di squadra, ovvero lo scudetto (distante sedici dei ventisette punti che il torneo mette in palio nelle prossime nove giornate). Se l’Inter ha il miglior attacco della Serie A, pari merito con l’Atalanta, è soprattutto grazie a Romelu Lukaku (21 gol) e Lautaro Martinez (15). L’argentino ha già ritoccato il primato nel singolo campionato timbrato lo scorso anno (14) ed è a quattro marcature da quello stagionale (è a 17 contro le 21 del 2019/’20). Al belga ne mancano due per toccare le 23 dello scorso agosto e sette per le 34 complessive, considerando anche le altre competizioni della sua prima annata nerazzurra. Insieme, con le 36 nella A in corso, inseguono la coppia Lewandowski-Muller in testa alla graduatoria per il duo più prolifico nei top-5 d’Europa (Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Italia). I due fuoriclasse del Bayern Monaco sono a 45, ma il polacco è fermo per infortunio.

A Martinez e Lukaku, ha fatto benissimo la cura Conte. Il primo era già ad Appiano, portato da Piero Ausilio con l’intercessione decisiva di Diego Milito, indimenticabile protagonista del Triplete del 2010. Il secondo è invece una felicissima intuizione del tecnico pugliese. Lo ha voluto lui, come sostituto di Icardi, superando le perplessità diffuse dovute a qualche passaggio a vuoto nel Manchester United. Sapeva di poterlo spingere oltre ogni limite e così è accaduto. Entrambi non avevano mai segnato così tanto in carriera e se per il “Toro“ può essere normale, visto che ha solo 23 anni ed è esploso in patria che ne aveva già 20, il balzo in avanti di “Big Rom“ è impressionante. Veniva dalla stagione meno prolifica della carriera, 15 reti ai Red Devils in 45 apparizioni, dopo aver infilato quattro anni con 20, 25, 26 e 27 realizzazioni. Numeri già di tutto rispetto, ma di molto inferiori se paragonati a quelli dello scorso anno e che resteranno lontani anche da quelli di questa stagione, considerando che ci sono ancora nove gare disponibili e a quel 27 Lukaku è arrivato mercoledì al cospetto del Sassuolo. Sono migliorate le statistiche anche per quel che riguarda gli assist. Martinez è passato da 8 totali a 9, uno solo in Champions e gli altri in A. Il belga era arrivato a 6, è oggi a 8 (tutti in campionato). In pratica sono di più i gol segnati o fatti segnare, 29, delle partite giocate in A, considerando che ne ha saltata una sola, ovvero l’andata con il Parma.

Spesso sono stati abili con i passaggi vincenti che si sono scambiati reciprocamente. Si gioca l’uno per l’altro e tutti e due per la squadra, al servizio di una missione che oggi si chiama scudetto e per il futuro avrà lo scenario europeo come step in più da dover compiere, dopo due campagne in Champions finite con largo anticipo sulle ambizioni. Difficile capire quanto valga oggi la “LuLa“. Martinez, in odore di rinnovo ma attualmente legato all’Inter da un contratto con una clausola rescissoria da 111 milioni di euro, è stato valutato un’estate fa dal Barcellona fino a quota 90. Il suo collega di reparto è stato acquistato per 75, bonus compresi, quando aveva medie realizzative e un impatto nell’economia di squadra meno evidenti. Non può valere meno di una tripla cifra, ammesso che l’Inter possa mai decidere di mettersi attorno a un tavolo per parlare di una cessione. Ad aiutare l’Inter nella valutazione dei due bomber è anche la vetrina internazionale. Nessuno ha segnato di più (siamo a 59) con la casacca della nazionale belga del 9 di Conte, mentre il 10 ha giocato 21 volte con la Selecciòn e centrato il bersaglio in 11 occasioni. Ha nel ct Scaloni l’uomo che lo ha lanciato come centravanti titolare dell’albiceleste, titolo su cui oggi ci sono pochi dubbi. Passata l’era degli Higuain e Aguero, è Martinez l’uomo del futuro. È la stessa intenzione che hanno i dirigenti di stanza in via della Liberazione, da tempo al lavoro per prolungare l’accordo fino al 2024.  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro