Inter-Juventus, Zanetti: "Spero sia una festa e si parli solo di calcio..."

Il derby d'Italia è il big match di domenica. L'ex capitano e vice presidente dei nerazzurri: "È un match con una storia alle spalle. Vinca il migliore"

Javier Zanetti

Javier Zanetti

Milano, 5 ottobre 2019 - Diciannove stagioni con la maglia nerazzurra,seicentoquindici presenze, dodici gol. E poi una Champions League, cinque scudetti, varie coppe. Soprattutto un’unica rivale, la Juventus più del Milan. Tante le battaglie “combattute“ sul campo da Javier Zanetti, fra torti subiti e gioie indescrivibili. E anche oggi, antivigilia del Derby d’Italia, il cuore batte forte per quella che, nella testa del popolo interista, resta la “madre di tutte le partite“. «Non vediamol’ora che arrivi questo match, siamo già tutti con la testa alla gara di domenica - ammette il vicepresidente nerazzurro -. Inter-Juve sarà una partita con tanta storia alle spalle. Speriamo solo che sia una grande festa di sport e si parli solo di calcio. E che vinca il migliore. ..»

Nessun pronostico. Un po’ per scaramanzia,un po’ per evitare pressioni sulla squadra già carica. Zanetti sa bene cosa significa vivere certe partite dal campo, prepararle per una settimana, giocarle ad alti livelli. Per un attimo si toglie la giacca del dirigente e si rimette la maglietta... «Ma quelle di oggi, che sono diverse - sorride -. Una volta erano più pesanti e si sudava di più, ora non sono soltanto più colorate ma pure più leggere. ma per noi giocatori restano sempre sacre, cambiano i tessuti, i materiali, ma non la storia».  E l’argentino è rimasto sempre fedele a quei colori che ha conosciuto sin da ragazzino: «Vero, sono vicepresidente, i tempi sono cambiati, ma la tradizione no. Io ho avuto l’onore di giocare tanti anni in A, ho trascorso con i miei ex compagni di squadra momenti indimenticabili e abbiamo fatto felice tanta gente. Mi ricordo ancora i primi giorni: arrivai che ero poco più di un ragazzino, poi il debutto a San Siro davanti ai miei genitori che erano lì a sostenermi.. La serie A era un sogno ma ho ho smesso come volevo, con la maglia dell’Inter. L’Italia e il club nerazzurro sono stati e sono un sogno».

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