Juve-Inter: Conte, prima da ex già ad alta tensione

Il tecnico replica a Marotta: "Dalle scelte dipendono le aspettative". Ma già oggi è pericoloso perdere

Antonio Conte

Antonio Conte

Milano, 24 luglio 2019 - Ad un mese dal campionato Juve e Inter fanno le prove generali, nell’afa di Nanchino e davanti a migliaia di cinesi pronti a colorare lo stadio di bianconeroazzurro. Alle 13.30 (ore italiane) si gioca (quasi) sul serio nel secondo appuntamento dell’International Champions Cup, perché il derby d’Italia, anche quando si disputa ad 8000 chilometri di distanza dal Belpaese, non è mai un incontro come altri. Nè può essere definita amichevole d’estate la sfida fra bianconeri e nerazzurri, reduci entrambi da sconfitte all’esordio contro Tottenham e Manchester United e per questo ancor più motivati. Ci sono Sarri e Conte, in campo invece tanti campioni che proveranno a non far rimpiangere assenti illustri (soprattutto nell’Inter priva ancora di attaccanti). Ieri la scena se l’è presa tutta l’allenatore salentino, il grande ex che ritrova per la prima volta da avversario il suo vecchio amore.

«No, non sono mai stato vicino alla panchina bianconera - chiarisce Conte dopo i rumors dei mesi scorsi -. Non ho mai ricevuto alcuna telefonata, è sempre stata l’Inter a mostrare grande interesse nei miei confronti. Ed è per questa corte che sento la grande responsabilità nei confronti del mio nuovo club, al fine di costruire qualcosa che al momento non c’è, per cui comunque si vedono le basi». Per l’ex ct azzurro l’inizio dell’avventura con l’Inter è stato in salita, il mercato è in ritardo e forse neppure l’incontro di lunedì con la Proprietà e le parole di Marotta («l’allenatore avrà presto l’intera rosa a disposizione») gli hanno fatto cambiare idea, ma almeno i toni sono più morbidi. «Non avevo bisogno di essere rassicurato, con presidente e dirigenti abbiamo parlato in modo molto sereno - dice Conte -. Penso che saranno fatte delle riflessioni, poi saranno prese delle decisioni per il bene dell’Inter. Tenendo conto di tutto, non solo del campo, ma anche del fair play finanziario. Certo che le decisioni possono spostare l’ago della bilancia e anche le aspettative».

Come dire, senza Lukaku (ed eventualmente con la giovane promessa Leao al suo posto, accanto a Dzeko) gli obiettivi potrebbero cambiare, l’importante è saperlo. Concetto chiarito meglio quando si parla di Zhang: «Sta portando cambiamenti nel club, però c’è bisogno tempo per creare una base solida e tornare a certi livelli». Ma voler ridimensionare le ambizioni dell’Inter non sarebbe giusto. Perché un mercato importante (in entrata) è stato già fatto, e il club era consapevole che senza la cessione degli epurati (Icardi e Nainggolan) tutto si sarebbe complicato. Dall’altra parte Ronaldo già in forma schierato a sinistra nel 4-3-3 e il redivivo Higuain che vorrebbe far cambiare idea al club. «Cercheremo di dare continuità a quanto di buono fatto nel secondo tempo contro il Tottenham - dice l’allenatore -. Credo però che Juve e Inter non siano in grado di esprimersi al meglio per condizione fisica e ambientale, con queste temperature e questo livello di umidità». Chiosa finale sul rapporto con CR7, anche per respingere le maligne interpretazioni della stampa spagnola che aveva letto il dialogo con il portoghese dopo la sostituzione di domenica come un abbozzo di litigio: «Eravamo d’accordo per fargli fare un’ora. Ronaldo mi ha chiesto quanto aveva prima uscire, gli ho detto 5-6 minuti e al momento del cambio gli ho solo chiesto come stesse»

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