Inter, è il giorno di Conte. Già due certezze: Icardi e Nainggolan fuori dal progetto

Oggi alle 15, 30 prima conferenza stampa del tecnico. Marotta chiaro sul futuro di Maurito e di Radja

Antonio Conte (Germogli)

Antonio Conte (Germogli)

Milano, 7 luglio 2019 - Dai tavoli del ristorante l’Orologio ai grattacieli di Porta Nuova, la Milano di ieri e quella di domani. Anche le sedi hanno fatto storia quando si parla di Inter, ed è proprio dalla nuova casa nerazzurra inaugurata da pochissimo (e con vista Bosco Verticale dove ancora abita Luciano Spalletti) che riparte oggi la nuova stagione del club di Suning.

Sotto il segno di Antonio Conte. Il quale, nell’ora (le 15,30) in cui la canicola soffocherà i pochi milanesi rimasti in città, si presenterà alla stampa per rispondere alle domande dei giornalisti accreditati. Vero, l’Inter è ancora un cantiere aperto nonostante gli ingaggi di Sensi, Godin e Lazaro, ma il tecnico salentino ha le idee molto chiare alla vigilia della partenza per il miniritiro di Lugano. Un progetto importante e ambizioso, di cui non fanno parte alcuni dei big della passata stagione, come confermato ieri ai microfoni di Sky anche dall’ad Beppe Marotta: «Icardi e Nainggolan non rientrano nei piani della società, lo sanno già avendo parlato con entrambi». Aggiunge il dirigente: «Abbiamo spiegato loro con schiettezza e rispetto la presa di posizione della società.

Sia Icardi sia Nainggolan sono ottimi giocatori, ma il talento da solo non fa vincere le partite, è la squadra che conquista un campionato e raggiunge l’obiettivo prefissato». Sull’ipotesi di un ripensamento per Icardi, visto che da stasera l’argentino sarà l’unico attaccante agli ordini di Conte nel ritiro precampionato, Marotta ha precisato che «una cosa è affermare che Icardi è sul mercato, una cosa è rispettare quelli che sono gli aspetti contrattuali di un accordo che prevede comunque che il calciatore debba prendere parte agli allenamenti e debba essere allenato, e noi non vogliamo assolutamente venir meno ai nostri doveri. Poi c’è il diritto dell’allenatore a scegliere le formazioni».

Nulla di nuovo rispetto a quanto già si sapesse da settimane (anche se certe affermazioni pubbliche possono deprezzare i calciatori), semmai il problema per l’allenatore sarà quello di gestire (evitando che si inneschino micce pericolose di nervosismo), sin dai primi giorni di ritiro, giocatori con ingaggi pesantissimi e che al momento non ne vogliono sapere di cambiare maglia. Bloccando, di fatto, anche il mercato in entrata. Prendete Maurito: lo corteggia da due anni lo juventino Paratici, gli manda segnali amichevoli De Laurentiis da Napoli e anche la Roma un mese fa ci aveva fatto un pensierino. Maurito però congela ogni discorso, e mentre passano silenziosamente i giorni in cui dall’estero eventuali acquirenti potrebbero avvalersi (fino al 15 luglio) della clausola rescissoria di 110 milioni, anche l’Inter deve frenare in trattative come quelle per Lukaku e Dzeko (i due rinforzi per l’attacco individuati da Conte, a meno che non vada a buon fine lo scambio con lo juventino Dybala). In stand-by resta pure Barella (il Cagliari ha pronto il rinnovo del contratto) e soprattutto Milinkovic Savic, per il quale si è aperta l’asta con Juve, Psg e United.

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