Inter fuori anche dall'Europa League: il caso Icardi costa troppo

La delusione di Spalletti: "Ho sbagliato io"

Luciano Spalletti

Luciano Spalletti

Milano, 15 marzo 2019 - Ci si aspettava un’altra serata, a partire da quell’infortunio tecnico di De Vrij nelle prime battute. L’Inter è fuori dall’Europa League, dopo la Coppa Italia se ne va un’altra competizione da poter alzare e a Luciano Spalletti non resta che inseguire la conferma della zona Champions, traguardo troppo importante per il futuro dei nerazzurri. «Sono mancati un po’ tutti gli aspetti - è la spietata analisi del tecnico a fine gara - Ci siamo innervositi, abbiamo perso le distanze ed è diventata una gara più difficile. Le seconde palle erano spesso loro ma queste diventano tali se non hai la pulizia giusta sulle prime. Se le tratti con più qualità non accade. Non siamo riusciti a far girare palla, né a tenerla davanti. La gara è stata difficile perché lo è stato l’inizio. Quando devi recuperare pensi sempre di fare tutto da solo, invece di dare un contributo alla squadra facendo semplicemente il tuo compito. Porti palla, come ci è successo, crei ancora più disordine e lasci spazi agli avversari».

Spalletti ha provato a giocarsi subito tutte le carte a disposizione, a partire da Keita che non scendeva in campo dal 29 dicembre, gara decisa proprio dal senegalese contro l’Empoli. L’azzardo non ha pagato, l’allenatore lo ammette senza remore. «La scelta era un po’ avventata, mancava da tanto e ha perso un po’ di lotta da partita vera - continua il tecnico -. Ha avuto un’occasione per andare in porta ed erano le chance che volevamo cercare, ma anche quando abbiamo avuto spazio non abbiamo fato nulla di concreto e questo ci ha dato un nervosismo superiore nel cercare di recuperare. Poi è chiaro che lui non ha le possibilità per giocarsela di fisico con i difensori avversari». C’è anche un problema di personalità, di quel teatro che è San Siro. Al triplice fischio i tedeschi in tribuna sono talmente tanti che il boato è superiore ai fischi del pubblico di fede nerazzurra.

La Curva chiama a sé i giocatori, li invita (edulcorando il concetto) a tirar fuori gli attributi. Qualcuno, evidentemente, quell’alone di terrore che aleggia sopra il Meazza lo avverte in pieno. «Le aspettative sono molte, si vuole subito essere una squadra vincente, ma le possibilità sono poche e bisogna far vedere che si riesce a portare a casa vittorie importanti - dice ancora Spalletti -. Questo però passa dall’equilibrio e noi lo abbiamo perso subito. Lo 0-0 dell’andata era un risultato che ci avrebbe permesso di risolverla anche una volta arrivati a 15’ dalla fine. Al contrario siamo stati subito troppo frenetici, abbiamo fatto confusione forzando delle giocate individuali, non di squadra. Questo ti dà degli svantaggi». Nello stesso stadio bisognerà tornare domenica sera, nel derby. Se l’Eintracht crea timore, il Milan e la stracittadina rischiano di infonderne nuovamente. «La paura è un discorso difficile da sentire – chiude Spalletti - È chiaro che bisogna far meglio di quanto fatto in questa gara. Diciamo che dobbiamo ritrovare fiducia, ma quello viene in automatico perché da stasera pensi alla partita che hai fatto, a quanto è successo. E riconosci di non essere stato così capace di fare le giuste letture».

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