Inter-Fiorentina, una notte da scintille per Pioli e Sousa

Dopo l’obiettivo europeo fallito, l’imperativo nerazzurro è vincere

Stefano Pioli

Stefano Pioli

Milano, 28 novembre 2016 - La parola d’ordine è «rialzarsi». Subito. «Reagire e correre forte, per recuperare punti agli avversari», avverte Stefano Pioli. Ripartire cercando di sbagliare il meno possibile, soprattutto nelle cinque gare di campionato prima della sosta natalizia. Dopo aver gettato alle ortiche il primo obiettivo della stagione (l’Europa League), con l’ennesima sconcertante prestazione double-face in Israele, l’Inter deve concentrarsi sul campionato. In cinque giorni prima la Fiorentina in casa e poi la trasferta a Napoli, ovvero due potenziali concorrenti nella corsa Champions. Perché al di là di tutto il gradino più basso del podio resta il minimo sindacale che la proprietà ha chiesto a squadra e allenatore per salvare la stagione. «La lotta per il terzo posto? Il campionato è lungo, dobbiamo vincere tante partite e alla fine tireremo le somme», aggira l’argomento Pioli. Anche perché l’unica via per raggiungere il traguardo è tornare al successo (cosa che non succede da 8 partite).

E stasera si giocherà a San Siro proprio sotto gli occhi di Jiindong Zhang e del figlio Steven, in arrivo con Erick Thohir. «Ho a disposizione un gruppo intelligente – spiega l’allenatore –, che può imparare dai propri errori e mettere in campo una prestazione più continua e attenta per tutto l’arco della partita». Pioli non ha ancora digerito la sconfitta in Europa League e ne rimarca gli errori, ma ovviamente dopo aver toccato il fondo il meno responsabile è proprio il tecnico emiliano, che in due partite è passato dall’euforia per la gran rimonta col Milan alla delusione per il disastro in Israele. Tocca a lui ora dare un volto alla vera Inter, che non può certamente essere quella vista nel secondo tempo con l’Hapoel, fragile, spenta, impaurita, senza forze. «Ci vogliono personalità, qualità e valori per giocare qui – ammonisce l’allenatore –. Vedo potenziale, lo tireremo fuori per fare bene». Vero, la squadra è inferiore (soprattutto in difesa) rispetto a quel che si pensava, ma ci sono tanti uomini chiave, da Banega a Perisic, che ancora non si sono espressi al massimo. Ventiquattro i convocati (assenti Santon e Palacio), anche concentrazione e modulo (possibile il ritorno della difesa a tre) sono importanti contro un avversario ostico: «I viola giocano un buon calcio. Ma dobbiamo trovare una spinta importante, trascinare i tifosi con un grande furore agonistico».

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