Inter, Icardi spacca in due anche San Siro. Fischi della Nord, lo stadio si ribella

Il pubblico zittisce la curva. Vergogna: cori durante il ricordo del terremoto

Mauro Icardi

Mauro Icardi

Milano, 8 aprile 2019 - Un coro feroce della Curva pochi istanti prima del fischio d’inizio, tanti applausi d’incoraggiamento dagli altri settori dello stadio ed una prestazione generosa e a tratti di qualità. Ma al momento opportuno, quando l’Inter ha avuto la chance sul piede del migliore, Icardi non ha fatto... l’Icardi. Lui, cinico predatore dell’area, si è fatto murare dal bravo Gollini, sprecando da pochi metri la più importante occasione da gol di tutto il match. Probabilmente, 62 giorni dopo la colpevole assenza, l’argentino si aspettava un ritorno migliore a San Siro, magari sperava di esultare per un suo gol anche perché l’Atalanta era uno dei suoi bersagli preferiti (sei reti nelle ultime quattro gare). Ma è andata appena meglio rispetto al 3 febbraio scorso: allora l’Inter perse 1-0 col Bologna, ieri almeno ha strappato un punto pesantissimo per la classifica.

L’ex capitano ha dovuto patire l’energica marcatura di Djimsiti e i puntuali raddoppi dei bergamaschi ed è stato servito pochissimo dai compagni. Purtroppo per lui il digiuno in casa continua (l’ultimo gol risale al 31 gennaio, su rigore in Coppa Italia, mentre per ritrovare una rete su azione bisogna tornare al derby del 21 ottobre), ma forse la cosa non lo preoccupa. Perché l’attesa era soprattutto per ciò che avrebbe trovato a livello ambientale. Tanta indifferenza durante il riscaldamento, fischi coperti da applausi alla lettura delle formazioni e poi, mentre Wanda Nara si accomodava in zona vip con i figli ecco la speciale accoglienza della Curva Nord (simile trattamento è stato riservato a Mario Balotelli, in tribuna, qualche minuto dopo): «Icardi uomo di m... » il pesantissimo coro durato pochi secondi, sommerso però dai fischi dal resto di San Siro che ha voluto dissociarsi. Nulla di sorprendente, tutto ciò era stato annunciato dalla frangia più calda della tifoseria.

A testimonianza del fatto che il popolo nerazzurro è spaccato sulla questione, lo striscione «Bentornato capitano» esposto invece nel primo anello blu e soprattutto il minuto di silenzio in ricordo delle vittime del terremoto dell’Aquila sporcato dall’urlo di alcuni tifosi «Vai Mauro» da una parte, «Vergognati dall’altra». E se accenni all’Icardi-day, pure Spalletti s’innervosisce. «Di lui non parlo perché si parla sempre di lui. Ci sono pure gli altri. Anche oggi era il giorno dell’Inter, non di Icardi». Insomma, tecnico e giocatore costretti a convivere per il bene dell’Inter, ma il gelo continua. Del resto pure Marotta vorrebbe evitare ogni discorso sull’attaccante e dopo la frecciatina («Ha 26 anni ed è giovane, deve crescere e fare esperienza come tutti, anche io ho fatto tanti errori a quell’età») dribbla la domanda sul rinnovo: «Icardi oggi è un calciatore dell’Inter e deve giocare nel migliore dei modi, fermiamoci qui. Per il futuro c’è tempo». Sarà davvero divorzio a giugno? Radiomercato è certa: Maurito vuole andare via.

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