Crollo Inter fra big in crisi e mercato flop, ora la Champions è a rischio

E Frank De Boer punge: "La mia esperienza a Milano è stata un casino, mai visto nulla del genere"

Rafinha, una delle poche note positive in casa nerazzurra

Rafinha, una delle poche note positive in casa nerazzurra

Milano, 20 febbraio 2018 - Un quarto di secolo con l’amaro in bocca. Ieri Mauro Icardi ha festeggiato il compleanno, da capitano dell’Inter, allenandosi, con un bottino alle spalle di 18 gol già messi a segno. Ce ne sarebbe, a livello personale, per poter essere contenti, ma l’andamento della squadra è oggi ben diverso dal suo e quindi l’ordine generale è restare nei ranghi, parlare il meno possibile, lavorare ad Appiano Gentile in vista del Benevento.

Particolarmente per il numero 9, reduce da due gare saltate per infortunio, atteso con ansia da Spalletti per la prossima partita al pari dell’altro acciaccato in attacco (Ivan Perisic). Non che con i suoi due maggiori realizzatori il tecnico sia riuscito a evitare un ruolino di marcia balordo negli ultimi due mesi e mezzo, nei quali solo una volta l’Inter ha strappato un successo (contro il Bologna e nell’unica gara dal 3 dicembre in poi nella quale la squadra ha realizzato più di una rete all’interno dei 90’). Il trend va invertito, per arrivare al traguardo della zona Champions.

E’ già un miracolo he con gli stessi punti dello scorso anno alla medesima giornata l’Inter sia ancora pienamente in corsa per tagliare il traguardo stagionale. Al venticinquesimo turno del 2016/2017, infatti, la squadra era a sei lunghezze dalla terza piazza, ultima utile per tornare nell’Europa che conta. Una forbice poi allargatasi e oggi il timore strisciante è che si faccia la stessa fine. Dovesse accadere, quello di ieri sarebbe quasi certamente l’ultimo compleanno da interista di Mauro Icardi. Sarà lui a dover trascinare i compagni, da buon capitano, ma qualcuno dovrà dargli una mano e ridestarsi dal torpore di queste settimane. Ci sta provando Rafinha, che col Benevento spera di poter finalmente esordire dal 1’. Lo stesso Karamoh ha deciso la gara con il Bologna ed è stato tra i pochi a far vedere qualche flebile lampo a Marassi. Il resto è stato ben poco, troppo poco.

La spiegazione di un momento storico decisamente negativo ha provato a darla ieri Frank De Boer, con dei giudizi molto netti. «La mia esperienza a Milano è stata un casino, non sono mai riuscito a trasmettere le mie idee – ha dichiarato l’olandese a Ziggo Sport –. Si era formato un blocco di sei o sette giocatori e gli altri provavano a farli fuori. Ognuno faceva quello che voleva. Ho provato alcuni schemi in allenamento e non ho mai visto nulla del genere, nelle giovanili dell’Ajax li facevano meglio».

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