Padiglioni Expo, non si trovano team leader: «Avanti i cassintegrati di Alitalia»

Manpowergroup è l'agenzia che gestisce le assunzioni: 200mila curriculum per cinquemila posti. Ma mancano le figure di coordinamento del sito espositivo

Il cantiere dell’Expo a Rho-Pero (Newpress)

Il cantiere dell’Expo a Rho-Pero (Newpress)

Milano, 25 febbraio 2015 - Centoquarantamila candidature per gli ottocento posti di lavoro disponibili in Expo spa nei sei mesi dell’evento. Ciò nonostante, Manpowergroup, l’agenzia che ha vinto la gara per selezionare il personale, non riesce a trovare i comandanti. Quelli che in gergo tecnico si chiamano team leader, figure di coordinamento sul sito e nei padiglioni. Una sorte di torre di controllo della vita quotidiana di Expo. Tanto che è partito «un appello ai 1.700 cassintegrati di Meridiana e Alitalia», spiega Stefano Scabbio, amministratore delegato del gruppo in Italia, perché si facciano avanti.

«Facciamo fatica a individuare i responsabili di quartiere, i settori in cui è diviso il pesce di Expo (il sito, ndr) – spiega Scabbio –. Servono competenze organizzative, di problem solving e coordinamento. Soft skills che non si insegnano a scuola, mutuate dal settore aereo. Questo anche per i responsabili dei padiglioni, che dovranno smistare il traffico dei visitatori, gestire pulizia, sicurezza, eventi. Servono resilienza e comunicazione».

Al sito internet di Manpowergroup sono arrivate oltre 200mila candidature per posizioni legate all’Esposizione universale. Le fetta più grande – 140mila persone – si contende gli 800 posti nella società Expo: 59 già assunti, il resto «entro il primo aprile», precisa l’ad. Gli altri 60mila curriculum mirano a un’occupazione nei padiglioni. Manpowergroup ha vinto l’appalto per quelli di 14 partecipanti, tra cui Germania, Messico, Thailandia e Qatar. Nel complesso, cinquemila posti di lavoro. Qui si aggiunge l’ostacolo della lingua.

«Offriamo contratti di somministrazione lavoro, a tempo determinato e stage – spiega Scabbio – con retribuzioni tra i 1.100/1.300 euro al mese, pochissime quelle superiori». Ci si basa sul contratto del commercio contenuto nel protocollo sindacati-Expo siglato lo scorso luglio. I tempi per le assunzioni sono risicati, i ritardi sui lavori ora si ripercuotono sulla fase due di organizzazione del sito di Rho. La stessa Manpower ha dovuto destinare più personale alla selezione dei candidati.

Nel frattempo i sindacati hanno lanciato un allarme sulla guerra dei prezzi sotterranea scatenata da altre agenzie interinali con i Paesi ospiti. Il commissario unico, Giuseppe Sala, si è fatto ambasciatore dell’allerta ai ministeri del Lavoro e dell’Agricoltura, a cui Cgil, Cisl e Uil oltre un mese fa avevano scritto una lettera di fuoco rimasta senza risposta. Nel frattempo gli uffici del personale di via Rovello hanno contattato i commissari stranieri per sensibilizzarli. «I Paesi si stanno muovendo ora per le assunzioni – spiega Davide Sanzi, direttore del personale di Expo spa –. Stiamo spiegando loro l’accordo per aiutarli a negoziare le assunzioni dirette o somministrate».

I sindacati confederali hanno acceso i riflettori anche sul volontariato. Dopo l’apertura delle candidature da parte dell’Unione europea, il timore è che altri Paesi a traino possano abusare di staff gratis, aggirando le assunzioni. Infine, Cgil, Cisl e Uil premono perché la Prefettura di Milano convochi in tempi stretti il tavolo degli enti centrali, che riunisce i rappresentanti delle amministrazioni statali in città, come i musei, ad esempio. Antonio Lareno, responsabile Expo per Cgil Milano, spiega: «Non siamo certi che ci siano le risorse necessarie per le incombenze di Expo e per remunerare le prestazioni incrementali».

luca.zorloni@ilgiorno.net Twitter: @Luke_like