Tre archistar per l’Expo di Dubai: gli Emirati preparano la successione a Milano

Scelti gli architetti di alcuni dei principali padiglioni dell’Esposizione del 2020. Coinvolti gli studi Big, Foster + Partners e Grimshaw Milano, 15 marzo 2016

Padiglione mobilità

Padiglione mobilità

Milano, 15 marzo 2016 - Si scaldano i motori per l’Esposizione universale di Dubai nel 2020. Ieri lo sceicco Ahmed Bin Saeed Al Maktoum, presidente del comitato superiore di Expo, ha selezionato i tre studi di architettura che realizzeranno i padiglioni tematici dell’evento, considerati il crocevia del suk high-tech ispirato al tema «Unire le menti, creare il futuro». E tra questi c’è Foster + Partners, che per l’Expo di Milano ha già curato proprio il gran canyon degli Emirati arabi uniti, un palazzo ora destinato all’avveniristica città di Masdar City, mentre per l’edizione di Shanghai aveva presentato, sempre per la stessa committenza, il padiglione «Duna», una sfilza di cupole dorate che si guadagnò il titolo di miglior struttura dell’evento. Obiettivo degli sceicchi è conservare i padiglioni, per farne strutture funzionali anche dopo la chiusura dell’evento.  

Il design vincitore per il padiglione «Opportunità» è stato presentato da Big (Bjarke Ingels Group), un gruppo di architetti, designer e costruttori con sede a Copenaghen e New York. «La loro filosofia di design riflette il pensiero di una contemporanea vita urbana come un interscambio di culture, trend economici globali e tecnologie della comunicazione», spiegano gli organizzatori di Expo 2020. Il loro approccio di rottura e innovativo ha già fan tra i colossi mondiali, tra cui Google, che ha affidato all’equipe la progettazione del nuovo quartier generale del gruppo. Foster + Partners, studio internazionale con sede a Londra e partner degli emiri per le loro partecipazioni all’Expo, ha presentato il progetto vincitore per il padiglione «Mobilità». Lo studio giocava in casa visto che, oltre ad aver disegnato i palazzi di Dubai nelle precedenti edizioni, ha curato anche il piano urbanistico di Masdar city, la città dell’innovazione sorta vicino ad Abu Dhabi e che proprio da quest’anno sarà abitabile. Infine, per il padiglione «Sostenibilità», che diventerà il cuore di un lungo periodo di promozione di tecnologie innovative, il progetto vincitore è stato presentato dallo studio Grimshaw.

L'azienda ha curato il progetto Eden in Cornovaglia, nel Regno Unito, ed è leader nel campo dell'architettura sostenibile. I tre edifici formeranno le tre colonne portanti dei due chilometri di superficie del sito di Expo, che circonderanno la piazza centrale detta Al Wasl, il cuore metaforico e letterale di Expo 2020, visto che adopera l’antico nome di Dubai ma al contempo vuole dire «collegamento». La manifestazione aprirà i battenti il 20 ottobre del 2020, per chiudere sei mesi dopo, il 10 aprile, con una stima di 25 milioni di visitatori.  

di LUCA ZORLONI