Expo, ritardi, proroghe e varianti. Cantone: "Costi alle stelle"

Il commissario analizza i dossier di Padiglione Italia, Vie d'acqua, rimozione delle interferenze e piastra. Ma il parere potrebbe arrivare dopo l'inaugurazione dell'evento. Sotto osservazione anche la gara delle pulizie

Il cantiere di Expo

Il cantiere di Expo

Milano, 8 aprile 2015 - Quasi tre ore di faccia a faccia. A un capo del tavolo, il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, e i suoi uomini. All’altro, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone. Nel mezzo, i quattro dossier che scottano. Si tratta di altrettanti appalti – la rimozione delle interferenze, la piastra, le vie d’acqua sud e il Padiglione Italia – che le aziende hanno vinto con ribassi da favola, dal 23% a oltre il 40% della base d’asta e per i quali ora, a causa di ritardi, proroghe e varianti, battono cassa presentando spese lievitate. «Le richieste sono molto, molto più alte dei preventivi», spiega Cantone. 

Expo ha aperto le trattative con gli operatori, tuttavia l’ultima parola spetta all’Avvocatura di Stato e all’Anac. Una partita difficile da chiudere nelle tre settimane che separano dall’inaugurazione dell’evento e dalla riunione per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Expo spa (fissata il 30 aprile), tanto che la questione costi potrebbe slittare oltre il primo maggio. «Sul 30 aprile sarei meno ottimista», confida Cantone, che ha promesso un intervento rapido, fiducioso di riuscire a chiudere gli accordi: «Ce la faremo». Per Padiglione Italia c’è già un’intesa di massima con Italiana Costruzioni, la società che ha vinto la gara, ora sotto sorveglianza dopo l’inchiesta di Firenze sul sistema grandi opere. Expo aveva a disposizione un budget di 63 milioni di euro, ne sborserà 92 milioni. Il 50% in più. «C’è stato un cambiamento rilevante che ha inciso significativamente sui costi», spiega il numero uno dell’Anac. Semplificazioni, per stringere i tempi; modifiche, specie nel rapporto tra uffici e aree espositive; rinforzi – oltre 500 uomini all’opera – per consegnare almeno i percorsi dei visitatori entro il primo maggio

Ieri Cantone ha incontrato anche l’amministratore delegato e i tecnici della Mantovani, che nel 2012 si è aggiudicata con uno sconto del 41,8% i lavori della piastra, ossia l’ossatura del sito espositivo: strade, canali e impianti tecnologici per 165 milioni di euro, a cui sommare anche il verde e altre opere per oltre 200 milioni di euro. Tuttavia l’impresa reclamerebbe altri 120 milioni di euro. Non è chiusa la trattativa con la Cooperativa muratori e cementisti di Ravenna, responsabile della rimozione delle interferenze (ossia la pulizia dei terreni del sito espositivo). Ha stracciato la concorrenza con un ribasso del 42% agli oltre 97 milioni di base d’asta, ma dal 2011 a oggi si è vista riconoscere 302 varianti da Expo spa. L’ultimo dossier, infine, riguarda i rincari delle Vie d’acqua sud, appalto commissariato alla Maltauro dopo la bufera giudiziaria che ha coinvolto l’ex plenipotenziario di Expo, Antonio Acerbo. Sala e Cantone hanno anche analizzato le altre gare in corso e definito una strategia per i lavori da affidare in corsa durante i sei mesi. 

Poi il sopralluogo di Cantone sul cantiere di Rho-Pero e un incontro di routine con il procuratore generale di Milano, Edmondo Bruti Liberati. L’Anac sta analizzando anche le carte della gara da 12 milioni di euro per l’assegnazione dei servizi di pulizia. A 20 giorni dall’inaugurazione, ancora non c’è il nome dell’azienda che tirerà a lucido il sito. Cantone ha precisato che è in corso «una serie di verifiche anche sui soggetti che hanno partecipato».

luca.zorloni@ilgiorno.net Twitter: @Luke_like