Politiche efficaci per scongiurare il tracollo

Parliamoci chiaro: il rischio di un contagio incontrollato è sicuramente un gravissimo problema e quella sanitaria rimane senz’altro l’emergenza più preoccupante

Milano, 1 marzo 2020 - Parliamoci chiaro: il rischio di un contagio incontrollato è sicuramente un gravissimo problema e quella sanitaria rimane senz’altro l’emergenza più preoccupante. Ma quando, e prima o poi succederà, tutto rientrerà, il nostro Paese dovrà affrontare per lungo tempo gli effetti devastanti che la situazione attuale sta producendo sull’economia. Un dato su tutti, quello diffuso ieri da Ref ricerche che parla di un minor Pil compreso tra i 9 e i 27 miliardi. E di una flessione per l’intera economia tra il -1 e il -3 per cento.

Il governo in queste ore sta varando diverse tranche di aiuti alle categorie produttive maggiormente sofferenti. Centinaia di milioni di euro purtroppo insufficienti a ripianare le enormi perdite gestionali che si stanno già accumulando sui bilanci di migliaia di imprese. Ci sono esercizi commerciali che non staccano uno scontrino da giorni; fornitori di materie prime con i camion pieni di merce non smaltita e a rischio deterioramento. I cicli produttivi e di consumo stanno rallentando paurosamente e viaggiano spediti verso una rovinosa paralisi. Ecco perché sgravi fiscali temporanei e misure tampone come la sospensione delle rate dei mutui equivalgono ai classici pannicelli caldi che leniscono momentaneamente le ferite ma non affrontano alla radice le ragioni di una incombente recessione. E lo hanno subito sottolineato i sindaci della “zona rossa”. A prescindere dalla possibilità o meno di dare vita a un governo di emergenza nazionale, con tutte le forze politiche impegnate a dare una mano per salvare il Paese, occorre che l’attuale esecutivo prenda consapevolezza della gravità della situazione che appare particolarmente incandescente al Nord, dove il grido d’allarme degli imprenditori cresce ogni giorno in modo esponenziale. Fin dalla nascita del Conte bis, accolto tiepidamente in Lombardia, Veneto e altre regioni settentrionali, si disse che le attenzioni del programma di governo erano rivolte soprattutto alle aree più depresse del Sud. Proprio per consolidare una necessaria unità nazionale occorre che Conte e i suoi ministri si facciano particolarmente interpreti delle legittime ragioni dei ceti produttivi in questa fase così delicata e pesante per le ricadute che l’emergenza coronavirus ha sul panorama economico. Tra i settori maggiormente in affanno, quello del turismo. Al quale occorrerà destinare risorse aggiuntive, visto che migliaia di albergatori stanno registrando disdette di prenotazioni, pur continuando a sostenere costi fissi esorbitanti. Da quelli del personale a quelli della quotidiana gestione delle strutture. Proprio dalla valorizzazione dei tesori artistici, culturali e paesaggistici del nostro Paese potrà ricominciare la risalita.

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