Tasse, commercianti spolpati nel derby tra Milano e Roma

Il rapporto: imposte sugli immobili triplicate in 5 anni

Un barista

Un barista

Milano, 30 giugno 2017 - Tasse e commercio. Commercianti e titolari d’impresa sono esasperati dalla pressione che cresce ognianno. E, in particolare, sui tributi locali il quadro non è rosa, stando ai dati resi noti ieri dalla Confcommercio di Milano, Lodi, Monza e Brianza: per le imprese milanesi del terziario solo l’imposta sugli immobili è più che triplicata tra il 2011 e il 2016. Ma in una ipotetica gara tra Roma e Milano, quali cittadini pagano meno? All’ombra della Madonnina la pressione fiscale non arriva agli stessi livelli di Roma, fatta eccezione per l’occupazione temporanea di suolo che in terra meneghina costa il 68,5 per cento in più. È quello che emerge dalla ricerca realizzata dall’Ufficio studi dell’associazione di categoria, che ha preso in esame Imu e Tasi sugli immobili di proprietà, Tari (la tassa rifiuti), Cosap (il canone occupazione suolo pubblico) e imposta di soggiorno. Andiamo con ordine.

IMU E TASI Nella categoria uffici la situazione tra Milano e Roma è di parità perché le aliquote sono identiche in entrambi i comuni (10,6 Imu e 0,80 Tasi). Nella categoria negozi, invece, ci sono differenze perché le aliquote Imu cambiano (8,70 per mille a Milano sia per uso proprio dell’immobile che per locazione, mentre 10,60 per mille a Roma per locazione e 7,60 per mille per uso proprio). Ipotizzando una rendita catastale di 540 euro, a Milano l’importo di Imu più Tasi è di 296,26 euro in ogni caso; a Roma invece si pagano 261,95 euro se l’immobile è a uso proprio, ma si schizza a 355,51 se è in locazione.

TASSA RIFIUTI Nelle cinque tipologie messe a confronto per il 2016 (uffici, ristoranti, bar, minimarket e ambulanti con bancarelle alimentari) l’importo medio nella capitale è quasi il doppio di quello di Milano: 2.778 euro contro 1.420.

COSAP Per l’occupazione del suolo pubblico, il confronto è tra corso Buenos Aires a Milano e via Cola di Rienzo a Roma: per un bar con dehor permanente di 20 metri quadri nella capitale bisogna sborsare 5.738 euro, a Milano 4.917. Ma qui costa di più un’occupazione temporanea: 366 euro contro i 217 di Roma.

TASSA DI SOGGIORNO Capitale più cara anche per la tassa di soggiorno: 4,3 euro in media, mentre si scende a 3 a Milano. «Con una crescita economica ancora incerta – commenta Marco Barbieri, segretario generale Confcommercio Milano – i tributi locali rappresentano un peso rilevante per il mondo delle imprese». Le proposte per rilanciare Milano? «Ridurre il canone dell’occupazione suolo pubblico, in particolare per le attività temporanee, introdurre abbattimenti sulla tassa rifiuti, estendere l’aliquota ridotta Imu anche ad altre categorie come gli alberghi. E gli introiti della tassa di soggiorno siano investiti nel turismo».

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