Milano, i rincari (per ora) risparmiano il caffè: "Ma si rischia 1,50 euro a tazzina"

Crescono i costi eppure i bar per ora evitano di aumentare i prezzi. "Clienti in calo per quarantene e smart working. La gente è abbattuta, manca l’allegria"

Pausa caffè al bar

Pausa caffè al bar

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Milano - La corsa del prezzo di gas ed elettricità, i rincari di arabica, latte e persino del detersivo, il lockdown mascherato e lo spirito conviviale che sembra fuggito come la "farfalla di Dinard". Anche i bar sono travolti dallo tsunami della crisi energetica e non solo. Qualcuno per far fronte ai maggiori costi ha deciso di alzare il prezzo del caffè al bancone da uno a 1.10 euro: succede in un locale a gestione cinese in zona Porta Genova. Ma la stangata-colazione denunciata qualche giorno fa da Assoutenti che calcola aumenti del 7% per il cappuccino, del 10% per l’espresso e del 20% per dolci e levitati non sembra, almeno sotto la Madonnina, la strategia attuale più diffusa fra i pubblici esercizi per far fronte ai rincari record di luce e gas e al forte rialzo delle materie prime.

Secondo i calcoli dell’associazione dei consumatori le quotazioni del caffè sono cresciute dell’81% nel 2021, il latte segna più 60%, più 30% zucchero e cacao. Se il trend proseguisse "la classica tazzina di caffè consumata al bar potrebbe raggiungere il record di 1,50 euro nel corso dell’anno" è l’allarme di Assoutenti. "Escludo che si arrivi a 1,50 euro per l’espresso ma è molto probabile che i listini verranno ritoccati in primavera. L’ultima nostra bolletta dell’elettricità ha superato 5.700 euro, il 40% in più rispetto a due anni fa. È più caro il caffè all’ingrosso e pure il detersivo per piatti. Gennaio non sta andando bene: il lavoro si è dimezzato rispetto a dicembre, a causa dell’assenza di turisti e del lockdown mascherato" spiega Angelo Vittorio Bertoletti, titolare del San Babila Café di piazza San Babila.

Gli aumenti però non sono già scattati: "Il cornetto costa sempre 1,30 e il caffè 1,20 euro, come da due anni a questa parte". Anche al Bar Basso il caffè al bancone costa sempre un euro. "Non abbiamo nessuna intenzione di aumentare i prezzi, calerebbe ancora di più il lavoro" dichiara Maurizio Stocchetto, titolare del locale di via Plinio in piedi dal 1947. Il Basso è rimasto chiuso "straordinariamente" dal 24 dicembre al 5 gennaio, a causa di dipendenti finiti in isolamento e quarantena. "La scelta è stata inevitabile: era difficile reperire personale per un periodo limitato e poi la città era un deserto. Anche in questi giorni prosegue il periodo surreale. Molti milanesi sono in quarantena. Altri rimangono nelle loro residenze in smart working ma poi la sera non hanno neppure voglia di uscire. La gente si sente stanca e abbattuta, manca l’allegria e il desiderio di riunirsi. È lo spirito conviviale che sembra essersi volatilizzato" dice il patron del bar dove è stato inventato il Negroni Sbagliato.

E un euro è il prezzo della tazzina (e della brioche) anche al bar tabacchi Girasole di piazzale Ferrara. "Non sarebbe saggio rivalersi sulla clientela per fare fronte al rincaro di energia e materie prime. Il periodo è difficile per tutti. Molti dei nostri avventori abitano in case popolari, vivono con la pensione o col reddito di cittadinanza. Meglio mettersi in rete coi colleghi cercando accordi coi fornitori per risparmiare: noi così siamo riusciti a strappare un prezzo migliore per il latte e le patatine nel sacchetto" argomenta Gino Wu, titolare di origini cinesi del bar in zona Corvetto.