Milano: la cucina sostiene il Made in Italy. La Fiera recluta chef e sommelier

Patto con gli “ambasciatori del gusto“. Anche Cracco e Oldani per “corteggiare“ i buyer

I protagonisti dell'intesa

I protagonisti dell'intesa

Milano - L’Europa brucia. Ma c’è molto fermento sotto il cielo. Quello di Milano, sicuramente, perché è genetica. Lo ha ripetuto ieri anche il sindaco Giuseppe Sala, ospite di riguardo alla firma di un accordo storico tra Fiera Milano e l’associazione "Gli ambasciatori del gusto", raccontando di una città dove la parola d’ordine è "si può": si può riprogettare la vita dopo due anni faticosi; e si può fare della metropoli lombarda, come ieri e più di ieri, l’hub dell’eccellenza: nell’ospitalità, nell’art de vivre, nella cucina di qualità e nella sua narrazione. Più che un endorsement. Per la gioia dell’ente fieristico che ieri, a casa Cracco, in Galleria, ha siglato il protocollo d’intesa con i cuochi, i sommelier e i ristoratori più titolati del Belpaese, per reclutarli come alleati di un Made in Italy che nel mondo ha successo anche per la reputazione del nostro cibo.

Lo dicono le cifre: se l’attività fieristica genera 56 miliardi di euro, più di 12 rientrano nel comparto agroalimentare. Come dire: un potenziale enorme, confermato anche dalla crescita esponenziale del food come motivazione decisiva nella scelta di un viaggio. E che verrà valorizzato già nei prossimi eventi in programma tra Rho e Milano. Personaggi milanesi e lombardi come Davide Oldani, Cesare Battisti, Enrico Bartolini, Andrea Berton, Viviana Varese e lo stesso Carlo Cracco verranno coinvolti in conferenze e confronti con i buyer internazionali già nel corso della Bit del prossimo 10-12 aprile e prima ancora, a MiArte nei primi 3 giorni del mese.

Ma diventeranno protagonisti anche durante le missioni all’estero di Fiera Milano, ad esempio a Singapore, meta strategica per contare sul promettente mercato asiatico. Momento-clou, la kermesse "Milano Restaurant Week" prevista nel 2023, a maggio o ad ottobre, occasione per rilanciare un modello di rassegna diffusa stile Design Week, con gli operatori economici di mezzo mondo che verranno invitati ad uscire dai padiglioni fieristici per scoprire i quartieri di Milano trasformati in palcoscenici dell’accoglienza e del rito della tavola all’insegna del mood "Qui si compera bene. E si sta bene". Sullo sfondo, come hanno ripetuto ieri l’ad dell’ente fieristico Luca Palermo e Simona Greco che dirige le manifestazioni della Fiera, la forte scommessa sulla ristorazione meneghina, già impegnata durante Expo 2015 e che prossimamente potrà dare una grossa mano all’immagine di Milano, presenziando ad eventi – una cinquantina – che ogni anno portano all’ombra della Madonnina qualcosa come 25mila espositori da tutto il mondo (il 33% degli espositori di Host e il 14% di TuttoFood) e oltre 4 milioni di visitatori. Un appeal internazionale già sicuro e che potrà essere ulteriormente puntellato, chiedendo ai grandi cuochi di uscire dalle loro cucine per diventare quello che sanno già essere in tema di cibo buono, sano e anche loquace: appunto, ambasciatori.

 

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