La rete dietro l’imprenditore della logistica Giancarlo Bolondi e la sua Premium Net era così potente e ramificata da meritarsi, negli atti giudiziari, l’appellativo di "sistema Bolondi". Sistema finito al centro di inchieste con al centro sfruttamento dei lavoratori e caporalato nel facchinaggio, con la punta dell’iceberg nella fornitura di manodopera fuori dalla regole per la “Città del libro“ di Stradella, il maxi-hub logistico per la distribuzione di materiale editoriale in provincia di Pavia. Ora il Tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento di Premium Net, società consortile per azioni, fissando per il prossimo 23 marzo l’udienza dei creditori per l’esame dello stato passivo. L’epilogo di una avventura imprenditoriale che, negli anni d’oro, aveva portato Bolondi a conquistarsi un posto al sole nell’impervio settore della logistica, offrendo attraverso una galassia di cooperative manodopera a prezzi che tagliavano fuori la concorrenza. Impero caduto sotto i colpi delle vertenze sindacali e delle inchieste delle Procure di Milano e Pavia che hanno scoperchiato frodi fiscali e lo sfruttamento di operai "tenuti costantemente sotto la minaccia di perdere il posto" e costretti ad accettare condizioni diverse rispetto ai contratti collettivi nazionali su turni di lavoro, ferie e riposi. A dicembre del 2019 era anche scattato un maxi-sequestro, eseguito dalla Guardia di finanza, su 120 immobili riconducibili a Bolondi. Un villaggio turistico sul Lago di Garda, appartamenti di lusso, ma anche box e terreni in Valle d’Aosta, Piemonte, riviera ligure di Levante e a Milano, anche in zone centrali come Porta Romana e Porta Venezia, e poi ancora a Brescia e Lodi. Bolondi, 65 anni e residente in Svizzera, all’epoca si trovava agli arresti domiciliari perché indagato dai pm di Pavia per essere stato a capo, tra il 2012 e il 2018, di un "network di consorzi e cooperative", attraverso il quale avrebbe, tra le ...
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