L'utopia di NeoruraleHub è realtà: riconversione verde a pochi chilometri dal Duomo

L'azienda sperimenta l’economia del futuro: "Produciamo ambiente al servizio di città che soffocano"

Il fondatore di NeoruraleHub, Piero Manzoni

Il fondatore di NeoruraleHub, Piero Manzoni

Prima, una città che muore soffocata da inquinamento, rifiuti, agricoltura intensiva e consumo di suolo. Dopo, una metropoli che vive vive grazie a un territorio in grado di produrre energia sostenibile, nuovi lavori, tecnologia al servizio dell’economia circolare. Una grafica che rappresenta un sogno trasformato in realtà in campagne a 18 chilometri da piazza Duomo, dove NeoruraleHub sta sperimentando quella riconversione verde che ora è una delle sfide al centro della partita del Recovery plan. "Il nostro è un modello applicato nella Città metropolitana di Milano – spiega il fondatore, l’ingegnere Piero Manzoni – ma che può essere tradotto in ogni area urbana. Un prototipo che si è dimostrato economicamente sostenibile".

L’utopia realizzata è quella di un modello dove la tecnologia si basa sulle logiche di efficienza della natura (nature-based solutions). In un distretto di mille ettari, con un centro di ricerca e quattro cascine, la tecnologia è al servizio di diverse funzioni: la produzione di energia rinnovabile e sostenibile anche attraverso la rivalorizzazione degli scarti organici; lo sviluppo di tecnologie efficienti per la produzione di cibo che riducono lo spreco di risorse e l’uso di insetticidi e l’impatto delle pratiche agricole; lo sviluppo di sistemi di risparmio delle risorse idriche per i processi dell’industria agroalimentare; la rinaturalizzazione di aree degradate, con il conseguente aumento della fertilità dei suoli, dello stoccaggio di CO2, miglioramento della qualità dell’aria e dell’acqua. il primo "Produttore d’ambiente", con l’ambiente che "diventa un prodotto, con un valore economico che può essere venduto e scambiato". Il polo è nelle campagne fra Giussago e Lacchiarella, a cavallo fra la Città metropolitana di Milano e la provincia di Pavia, ma il suo destino è legato a doppio filo con Milano e con l’obiettivo di creare un ecosistema sostenibile attorno alla città.

«Le zone periurbane non devono più essere solamente fornitrici di servizi agricoli, ma devono diventare centri di servizi ecosistemici e ambientali i per le città limitrofe producendo innovazione e ispirandosi alle soluzioni messe in atto dalla natura, in una logica di collaborazione delle zone rurali con le città", sottolinea Manzoni. L’obiettivo del modello è ridisegnare la periferia urbana e i distretti industriali, trasformandoli in centri di servizi per le città e le industrie, abbattendo gli sprechi di risorse naturali, diminuendo emissioni di gas serra e riqualificando gli spazi e territori funzionali alle attività umane. "Il concetto è quello di equilibrio – conclude Manzoni – indispensabile per evitare che il sistema collassi. La natura è il miglior centro di ricerca e sviluppo che sia mai esistito, sa già come affrontare la sfida per ricostituirsi e autoripararsi dopo i disastri generati dall’uomo".  

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