Milano Golosa, dieci anni di bontà serviti in una veste tutta nuova

Torna tra sabato e lunedì negli inediti spazi di Fabbrica Orobia la rassegna del gusto di Davide Paolini

Davide Paolini

Davide Paolini

Milano -  Un vero oracolo . E se è vero che la preveggenza è un privilegio dell’età, un militante delle sperimentazioni come Davide Paolini avrà ancora una volta il merito di portare all’ombra della Madonnina il buono più nascosto del Belpaese evitando di allineare la sua "Milano Golosa" alle tante rassegne e kermesse gastronomiche che tradizionalmente affollano il calendario meneghino, specie nei mesi autunnali. Questione di sensibilità, di fiuto, anche di competenza. Perché non è facile rintracciare sapori e saperi di nicchia, produzioni di taglia spesso minuta ma di qualità eccelsa. E promette molto l’edizione che andrà in scena tra sabato e lunedì, peraltro la decima, quindi "speciale" per sillogismo, ritrovo e adunata di artigiani del cibo pronti a proporre al pubblico degustazioni e assaggi ma anche a dire la loro sulle nuove frontiere nel food. Con la decisione di Paolini stesso: farne un evento di sintesi, una sorta di momento di raccordo dei grandi temi che erano stati di volta in volta affrontati nelle puntate precedenti, dalla spesa allo spreco, dal recupero alle botteghe, dalle contaminazioni alla sostenibilità. Al solito, cartello ricco di appuntamenti e di viaggi esplorativi in un mondo – quello dei piccoli produttori – che non ha nulla di plebeo.

E basta curiosare nel programma per rendersene conto. Con alcune chicche da annotare. Già a cominciare da dopodomani, con il talk show di Wilden.Herbals (alle 14) sul ruolo delle tisane nell’epoca delle crisi energetica, l’incontro sulle stagionature del Parmigiano Reggiano (alle 17) e i racconti di Roby Marton sul gin italiano (alle 19). Non meno interessanti gli eventi di domenica, con il laboratorio "Ortoquadro" a fare da prologo, atelier per stimolare i bambini a creare un orto in casa utilizzando semplici oggetti riciclati, bottiglie, cassette della frutta, gusci d’uova. Senza dimenticare gli stand espositivi dove familiarizzare con prodotti di grande suggestione. Tra gli altri, la ‘nduja di spigola e la bresaola di tonno dell’azienda Marificio di Ischia, il filetto di branzino affumicato della "Valle del Lovo" a Carlino, il prosciutto di piccione de "La Vallata" di Lajatico, il lingotto di paté "Mariolino" di Nibionno, il prosciutto Bazzone dell’Antica Norceria di Barga. E ancora, le cipolle di Pedaso in agrodolce della tenuta "Nonna Maria Lapedona", i cappelletti romagnoli del Pastificio Battistini di Cervia e – vera novità – il curioso "tiramisù da passeggio" in mono-porzioni inventato dalla startup milanese "Spun".

Il successo del format? Lo spiega lo stesso Paolini: "I dieci anni di Milano Golosa hanno visto passare il mondo della gastronomia italiana. Ho trovato aziende sconosciute che avevo scoperto negli angoli più disparati della penisola. Oggi le vedo nelle vetrine dei più importanti negozi di delicatessen in giro per il mondo". A fare da sfondo, una location – quella della Fabbrica Orobia, nella via omonima, a pochi metri dalla Fondazione Prada e dall’ex-Scalo Romana, zona tra le più interessanti in una città che sta prenotando il futuro prossimo e proprio da queste parti sta proponendo l’immagine di una periferia che ha tutto per diventare un nuovo "centro" della metropoli. Scelta allusiva. Milano Golosa aveva bisogno di un nuovo palcoscenico per raccontare e raccontarsi. E si è preso uno dei più originali e meno scontati.

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