ANDREA GIANNI
Economia

Lavoro, la sfida della Uil: "Fondi per la transizione solo a chi rinuncia ai contratti precari"

Messaggio alla Regione: risorse vincolate alla buona occupazione. I sindacati si preparano allo sciopero generale, manifestazione a Milano

Enrico Vizza, segretario generale della Uil Milano e Lombardia

Enrico Vizza, segretario generale della Uil Milano e Lombardia

Milano – “La transizione tecnologica, energetica e ambientale deve mettere al centro il lavoratore: vanno bene bandi e finanziamenti regionali alle aziende, ma i fondi non dovrebbero essere assegnati a chi si serve di manodopera precaria. Ogni euro speso deve servire per creare occupazione di qualità".

Un messaggio lanciato dal segretario generale della Uil Milano e Lombardia, Enrico Vizza, con lo sguardo puntato allo sciopero generale del prossimo 24 novembre proclamato con la Cgil contro la Manovra del Governo. Per il 7 novembre sono stati convocati a Seriate, in provincia di Bergamo, gli attivi regionali di quadri e delegati delle due sigle, anche per concordare le manifestazioni sul territorio.

Vizza, i dati su Milano e la Lombardia dipingono una situazione in chiaroscuro. Occupazione che cresce ma con forme contrattuali precarie, d’altro lato aziende che non trovano manodopera.

"Il problema è che le aziende in tutti questi anni hanno pensato a fare profitti, ragionando sul breve termine senza investire sulla creazione di lavoro stabile e di qualità. La colpa è nella mancanza di una visione industriale, a tutti i livelli, di cui ora si avvertono le conseguenze".

In questa fase di transizione, ogni anno il 15% dei posti di lavoro viene distrutto e rimpiazzato da nuove professionalità. Come governare questo cambiamento?

"Noi abbiamo apprezzato alcuni impegni dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi, ma è il momento di una cambio di passo da parte di tutta la Giunta. I finanziamenti per la transizione vanno assegnati solo alle aziende che creano occupazione di qualità, sulla base di tre direttrici: assunzioni a tempo indeterminato, sicurezza sul lavoro e rispetto dei contratti. Non è possibile assegnare risorse pubbliche ad aziende che hanno la metà dei dipendenti in somministrazione".

C’è il grande tema degli stipendi, troppo bassi rispetto al costo della vita di Milano e della Lombardia. Come intervenire a livello locale?

"Non servono gabbie salariali, piuttosto bisogna favorire la contrattazione aziendale di secondo livello migliorando concretamente le condizioni dei lavoratori sul territorio, anche attraverso incentivi fiscali per le imprese. La Regione dovrebbe mettere in campo nuovi strumenti con formule concordate con i sindacati, e anche Comuni come Milano possono fare molto. Partecipando a dibattiti sul salario minimo continuo a sentire associazioni di categoria che si dicono contrarie, proponendo invece la contrattazione. Allora, se questa è la strada, passino dalle parole ai fatti".

La Cisl non aderisce alla mobilitazione. Ci saranno ripercussioni sui tavoli in Lombardia?

"Non capiamo la posizione della Cisl a livello nazionale. A livello locale proseguirà il nostro percorso unitario. Questo Governo non sta dando risposte al malessere di lavoratori, famiglie e pensionati. E ai temi nazionali uniremo le nostre rivendicazioni regionali su temi come casa, sicurezza sul lavoro e sanità".