Export e innovazione, fattori decisivi di crescita

Nella sede de “Il Giorno” il forum in collaborazione con Unicredit che ha riunito quattro aziende leader del territorio lombardo

Un momento del forum. Al centro il direttore del Giorno Sandro Neri

Un momento del forum. Al centro il direttore del Giorno Sandro Neri

Milano, 18 dicembre 2019 - Innovazione e internazionalizzazione. Due fattori dati ormai per scontati nella vita delle imprese, che sono però sempre più decisivi per il futuro. Soprattutto in un periodo di rallentamento come questo. Sono i due temi principali della tavola rotonda organizzata nella redazione di Milano da Il Giorno, in collaborazione con Unicredit: imprenditori e manager hanno risposto alle domande del direttore del quotidiano, Sandro Neri. "Raccontiamo le imprese da tanti anni e non possiamo farlo senza approfondire l’innovazione e l’internazionalizzazione, punti cardine delle aziende impegnate nell’economia reale", ha affermato Sandro Neri. "In Lombardia c’è un rallentamento – ha spiegato Giovanni Solaroli, Regional manager Lombardia di Unicredit – ma la situazione è molto eterogenea. Quelle che hanno partecipato al forum sono aziende molto diverse l’una dall’altra, ma al centro del loro impegno c’è la sostenibilità, sotto tutte le sfaccettature. Che cosa ci chiedono le imprese? Competenza, prima di tutto. Competenza nel saperle affiancare nei processi d’innovazione e internazionalizzazione, due fattori imprescindibili di sviluppo del tessuto economico lombardo".

Zucchetti, ad esempio, da gennaio ad oggi ha acquisito altre 24 aziende. L’impresa di Lodi è nata realizzando gestionali ed è il primo produttore di software in Italia: "Siamo in controtendenza – ha detto Giovanni Mocchi, vicepresidente di Zucchetti Group – Chiuderemo il 2019 con 850 milioni di euro di fatturato passando dai 600 milioni del 2018. E siamo diversi dagli altri: l’80% del nostro business è in Italia. Sappiamo, però, che dobbiamo allargare oltre il 20% il nostro business internazionale per mantenere questi ritmi di crescita". Marco Corti, invece, è l’amministratore delegato di Costamp, azienda con sede a Sirone, in provincia di Lecco, che produce stampi per il settore automotive e ha una quota export del 70%: "Abbiamo sempre cercato di industrializzare un processo artigianale. L’anno scorso abbiamo gestito 1200 commesse, neanche un ritardo – ha spiegato - L’innovazione di processo l’abbiamo già fatta, anche se non ci si ferma mai. Ma investiamo tanto anche in quella di prodotto: lanceremo presto tecnologie che nessuno è riuscito ancora a proporre". E ha aggiunto: "Che cosa chiediamo? Noi imprenditori abbiamo grosse esigenze, l’importante è che non ci mettano i bastoni tra le ruote. Direi che avremmo bisogno di un costo del lavoro e di infrastrutture migliori".

Riva 1920, invece, è una storica azienda di Cantù che produce mobili in legno massello e si avvicina al traguardo del secolo: "Adesso siamo 100 persone, ma siamo un po’ artisti – ha dichiarato il presidente Maurizio Riva –- Il nostro brand è riconoscibile: da 30 anni non diamo vernici ai mobili, ma utilizziamo solo olii essenziali. Lavoriamo in legno solo in modo sostenibile e ci piace pensare che produciamo per tramandare. Negli ultimi tempi abbiamo investito tanto nel commerciale perché su quel fronte eravamo rimasti un po’ indietro". «Abbiamo introdotto tra le nostre persone competenze nuove", spiega Laura Rocchitelli, presidente di Rold, azienda di Nerviano che produce componenti per gli elettrodomestici. La Rold è una sorta di anello di congiunzione tra il mondo degli oggetti fisici e quello digitale: "Abbiamo affiancato i programmatori agli ingegneri meccanici – ha spegato - La nostra fortuna è sempre stata quella di avere al fianco i grandi player degli elettrodomestici. Noi, per questo, abbiamo affrontato Industria 4.0 molto prima che partisse il piano di incentivi dello Stato. Questo ci ha fatto trovare pronti".  

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