Milano: boom del delivery, non solo cibo. Un negoziante su tre consegna a casa

La ricerca di Confcommercio a Milano: il 40% usa mezzi propri, gli altri si servono delle piattaforme

Un rider (Archivio)

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Milano  - Un commerciante milanese su tre utilizza servizi di delivery, offrendo ai propri clienti la consegna a casa dei prodotti. In particolare, il settore che ne fa maggior utilizzo è quello della ristorazione, pari al 62%, seguito dal grocery che rappresenta il 36% degli imprenditori e dal retail per il 20%. Nell’ambito servizi, solo l’11% dichiara di utilizzare già il delivery. Una fotografia scattata da una ricerca della Confcommercio di Milano, Lodi e Monza Brianza, in collaborazione con Glovo, su un campione di aziende di diversi settori sul territorio della Città metropolitana di Milano.

Le imprese del territorio "dimostrano già una buona conoscenza e utilizzo di questa modalità di vendita" ancor prima dello scoppio della pandemia nel 2020: il 42% ne faceva uso già dal 2019, il 42% ha dichiarato di aver iniziato ad usarlo nel 2020 e il 12% nel 2021. Tra i servizi utilizzati hanno indicato: Glovo (52% degli intervistati), Just Eat (44%), Deliveroo (36%), Uber Eats (23%). Il 40% ha invece dichiarato di utilizzare mezzi propri per le consegne. Per quanto riguarda l’incidenza dell’utilizzo del delivery sui ricavi delle proprie attività, il 35% dichiara che il fatturato è "notevolmente influenzato" (dal 20% in su) e per il 4% degli intervistati il delivery incide per oltre il 50% del fatturato. Tra i vantaggi l’acquisizione di nuovi clienti (opzione indicata dal 49%), la maggior visibilità al punto vendita per il 22%, mentre per il 13% il vantaggio è dato da una migliore efficacia delle consegne. Una ricerca presentata ieri durante un convegno sul “delivery del futuro“ nella nuova sede di Glovo, che a Milano conta circa duemila rider. "Milano non vuole essere solo un ottimo mercato – spiega l’assessora al Lavoro di Palazzo Marino, Alessia Cappello – ma anche uno spazio di crescita imprenditoriale. Il Comune, attraverso il Patto per il lavoro, ha tracciato una strada di atti concreti".

Marco Barbieri, segretario generale milanese di Confcommercio, sottolinea che "la spinta digitale degli ultimi anni ha rivoluzionato profondamente la cultura aziendale cambiando anche i modelli di business". Cresce di pari passo il numero di consumatori che si affidano al delivery, non solo in ambito food, ma sempre più spesso anche al cosiddetto “quick commerce” per ricevere spedizioni express: dall’acqua, al caricabatterie, dai prodotti beauty&care ai pannolini a domicilio, dai fiori ai regali last minute. Secondo l’osservatorio di Glovo, nell’ultimo anno in Italia gli ordini sono cresciuti del +74% (nel food delivery) e +200% (nel segmento spesa).

Andrea Gianni

 

 

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