Effetto Covid, giovani e lavoro: i contratti calano del 40%

Effetti su oltre 35mila under 29, in prevalenza donne. Merce rara anche gli stage. "Precariato selvaggio"

Lavoro

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Milano, 26 ottobre 2020 - Trovare uno stage dopo gli studi è un’impresa nel mondo del lavoro post-Covid, e sono diventati merce rara anche i contratti più precari, a tempo determinato, interinale o intermittente. Da quando è scoppiata la pandemia, nella Città metropolitana si sono persi 74.271 contratti di varia tipologia firmati da giovani sotto i 29 anni. Un calo del 40.67% degli avviamenti al lavoro rispetto all’anno scorso (erano 182.601 nel 2019 e sono scesi a 108.330 fra gennaio e agosto 2020) che si traduce in 35.193 giovani avviati in meno, cioè milanesi (in prevalenza donne) che hanno perso opportunità professionali e posti di lavoro o non hanno ottenuto il rinnovo del contratto.

Lo scenario che emerge dai dati dell’Osservatorio mercato del lavoro della Città metropolitana è quello di un mondo “congelato” da ammortizzatori sociali e blocco dei licenziamenti che divide sindacati e Confindustria. "Il calo degli avviamenti dei giovani è per ora in linea con quanto accaduto anche per le altre fasce d’età - spiegano Livio Loverso, responsabile dell’Osservatorio, e la consigliera metropolitana con delega al Lavoro Elena Buscemi - con la fine del blocco dei licenziamenti potrebbero pagare le conseguenze più pesanti i lavoratori più ‘anziani’, che farebbero più fatica a ricollocarsi". Nel frattempo soffrono partite Iva e precari, rimasti senza tutele in un autunno segnato dal boom di contagi che rischia di far crollare interi settori già messi alla prova dal lockdown primaverile. "Tocchiamo questa situazione con mano ogni giorno - spiega Claudia Di Stefano, segretaria generale Nidil-Cgil di Milano - e scopriamo forme di precariato e sfruttamento difficili da immaginare. La crisi ha portato a un peggioramento di condizioni già critiche".

La flessione più consistente per gli under 29 si registra negli avviamenti a tempo determinato (-45,23%), in assoluto la forma contrattuale più diffusa e in molti casi primo step per entrare nel mondo del lavoro. Anche i tirocini sono calati del 44,55%, così come i contratti intermittenti (-48,84%) e interinali (-40,86%). Una flessione più lieve (-31,18%), invece, nei più rari contratti a tempo inteterminato, passati da 17.221 nel 2019 a 11.851 nei primi sette mesi di quest’anno. Guardando ai settori, spicca la crescita degli avviamenti di giovani come agricoltori e operai specializzati (+9.90%), in un settore che sul territorio milanese è marginale ma può crescere. Boom dell’assistenza domestica, mentre tengono le professioni sanitarie. Per tutti gli altri segno meno e calo a doppia cifra, dalle professioni tecniche ai percorsi umanistici. Sono crollate, come prevedibile, le professioni legate alla ristorazione (-63,32%. di avviamenti) ma anche gli specialisti in scienze umane (-48,38%), impiegati d’ufficio (-31.88%), artigiani e operai specializzati (-47.90%), ingegneri e architetti (-16.27%). Questo il recente passato, mentre il presente è segnato dalla totale incertezza e il futuro ancora tutto da scrivere.  

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