Casa, prezzi alle stelle: +6% a Milano. Anche la periferia diventa “proibita“

Crescita doppia rispetto alla media. Il futuro? Rallentamento della domanda ma costi sempre più alti

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Prezzi delle case che si impennano, crescono nel primo semestre dell’anno con un tasso doppio rispetto a quello delle altre grandi città, arrivando a quota +6%. La domanda, nel mercato immobiliare milanese, ha retto finora l’impatto della crisi, anche se il secondo semestre del 2022 potrebbe segnare una frenata che però non porterà a un calo dei prezzi. E il continuo aumento dei costi spinge le giovani famiglie fuori dai confini della città, nell’hinterland o nelle province lombarde. Una fotografia che emerge dal secondo Osservatorio del mercato immobiliare 2022 realizzato da Nomisma. L’anno scorso il volume di compravendite sul mercato residenziale milanese ha raggiunto un consistente incremento del 24,2% rispetto al 2020. La quota più importante delle compravendite ha riguardato le zone periferiche, con il 63% dei contratti.

«I prezzi medi sul mercato residenziale milanese – si legge nel rapporto – crescono nel primo semestre 2022 ad un tasso pressoché doppio rispetto al resto delle altre grandi città (+6% annuo). A livello di zone urbane, gli incrementi più significativi si segnalano nelle zone periferiche". L’incremento dei prezzi è associato ad una stazionarietà dello sconto medio (4%), che si conferma dimezzato rispetto a quello degli immobili usati.

"La vigorosa ripresa dei prezzi medi connota ancora una volta il mercato residenziale di Milano come campione nazionale per intensità e resilienza degli indicatori da un lato – analizzano gli esperti di Nomisma – e come anticipatore dei trend immobiliari, dall’altro".

Sul versante della locazione torna a crescere la domanda di affitto, che oggi, nel primo semestre 2022, rappresenta circa il 41% dei contratti transitati per agenzia, contro il 27% del primo semestre 2021. Il mercato della locazione evidenzia un maggiore slancio rispetto al semestre precedente, verosimile preludio di una stabile ripresa del trend di crescita. Anche le compravendite di uffici e negozi presentano una significativa crescita, sebbene il livello raggiunto in entrambi i comparti si posizioni ancora al di sotto del volume transato nel 2019.

In particolare, per gli uffici si segnalano 1.164 transazioni, in crescita del 29% sul 2020, mentre per i negozi si registrano 1.768 operazioni, in aumento dell’11,6% sul 2020. "Il migliorato clima di fiducia sul ritorno ad una nuova normalità post-pandemia, e la conseguente ripresa della domanda – si legge nel rapporto – hanno trainato il livello delle quotazioni degli uffici, che possono vantare, in questo primo semestre 2022, un trend crescente sia per i prezzi (+1,9% la variazione semestrale), sia per i canoni medi".

Nel comparto dei negozi, l’andamento delle quotazioni si conferma ulteriormente al rialzo, con risultati più performanti registrati nelle zone centrali. Il futuro, però, è un grosso punto interrogativo. Le previsioni per il secondo semestre dell’anno indicano una "modesta contrazione dei livelli transati associata ad un ulteriore incremento dei prezzi medi". A fronte dell’attuale incertezza sull’andamento dell’economia e della fiammata inflativa, gli operatori del mercato prevedono infatti una flessione della domanda di acquisto. Tra i fattori determinanti vi sono anche le attese sull’incremento dei tassi di interesse sui mutui immobiliari, già in crescita da qualche mese".