Borsa e 'cervelli': Milano punta sulla Brexit

Ma per ora solo disagi e burocrazia per chi lavora con l’Uk "Con Euronext piazza Affari potrebbe attirare quotazioni di startup e Pmi straniere"

Stefano Caselli, prorettore agli Affari internazionali della Bocconi

Stefano Caselli, prorettore agli Affari internazionali della Bocconi

Milano, 14 dicembre 2020 - Il futuro è una scommessa ancora tutta da giocare, nella gara con le altre città europee per cogliere i vantaggi della Brexit. Il presente è fatto di disagi e soldi in fumo per i milanesi che lavorano nel Regno Unito o che hanno relazioni d’affari oltremanica, alle prese con burocrazia, protocolli da adeguare e nuove barriere alla circolazione di persone, merci e dati. A questo si aggiunge l’incertezza legata a trattative che stanno proseguendo nel tentativo di trovare in extremis un accordo fra Londra e Bruxelles e scongiurare il no deal in un periodo già segnato dalla crisi economica scatenata dalla pandemia.

Un doppio binario per Milano, che guarda con il massimo interesse all’evoluzione della partita. "Milano ha tutte le potenzialità per cogliere le opportunità – spiega il professor Stefano Caselli, prorettore agli Affari internazionali della Bocconi – attirando ricercatori e talenti che ora trovano nel Regno Unito un terreno meno fertile, intercettando pezzi del sistema finanziario in cerca di nuovi sbocchi in Europa. In quest’ottica bisogna giocare nel migliore dei modi la partita legata al passaggio di Borsa Italiana a Euronext". L’idea del professor Caselli è ambiziosa. "Milano potrebbe diventare una piazza finanziaria internazionale - sottolinea - con un terreno ideale per la quotazione di società straniere del fashion e design, per piccole e medie imprese e startup tecnologiche".

Sarebbe una scossa per un’economia congelata dall’emergenza sanitaria, con Milano che cerca lentamente di ripartire. Di certo per ora non c’è stata una fuga di società dalla City di Londra, ma piuttosto una ritirata a piccoli passi, nell’attesa di chiarezza sul futuro. Big della finanza come Jp Morgan e Goldman Sachs hanno spostato alcune attività a Milano. Poi c’è la partita sul Tribunale europeo dei brevetti. La Brexit sarà un cambiamento nel mondo del business, ma anche culturale. Con le barriere all’ingresso Londra, probabilmente, smetterà di essere la meta prediletta per generazioni di giovani: un’estate o un anno a fare il cameriere, tornando a casa con la conoscenza dell’inglese e un bagaglio di esperienze di vita nella città più cosmopolita d’Europa.  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro