"Rileviamo noi l’azienda". Quando la cooperativa dà futuro

Ogni anno una trentina di pratiche per imprese rilevate dai dipendenti. Un accordo pilota punta a migliorare gli esiti dei salvataggi in extremis

Soci e dipendenti della Patrolline, caso di successo di workers buyout

Soci e dipendenti della Patrolline, caso di successo di workers buyout

Milano, 5 maggio 2021 - Il workers buyout (Wbo), aziende rilevate e rigenerate da cooperative di lavoratori, come ricetta anticrisi, per tentare l’impresa di salvare ditte sull’orlo del baratro nell’anno della pandemia. Ma i dati sul tavolo in Lombardia non sono incoraggianti: pochi casi di successo nell’arco degli ultimi dieci anni, tanti che non superano la prima fase di startup o si arenano dopo pochi mesi. "Ogni anno, complessivamente, si avviano in media una trentina di istruttorie di workers buyout nella nostra regione – spiega Attilio Dadda, presidente di Legacoop Lombardia – ma il 70% finisce nel nulla e solo il 30% supera la fase di lancio. Ancora meno sono le imprese che riescono a reggersi sul lungo periodo". Il motivo dell’alto “tasso di mortalità“ delle operazioni di Wbo? Le aziende vengono rilevate troppo tardi, quando sono ormai decotte, sommerse dai debiti o fuori mercato. E l’iniezione di entusiasmo data dai dipendenti che si trasformano in imprenditori non basta per salvarle. Nel 2020, anno della pandemia, Legacoop ha supportato due operazioni di Wbo. La prima, nel Bresciano, non è andata in porto. La seconda, nel settore zootecnico, in provincia di Mantova, è partita e sta per muovere i primi passi.

"La Lombardia poi ha performance molto al di sotto di altre regioni del Nord come il Veneto – prosegue Dadda – dove le operazioni di workers buyout movimentano un fatturato cinque volte superiore. C’è un potenziale enorme non sfruttato". Problemi sul tavolo che si cercherà di aggredire anche attraverso un accordo pilota In Lombardia, che il 18 maggio i tre big della cooperazione Legacoop, Confcooperative e Agci firmeranno con Cgil. Cisl e Uil per una cabina di regia comune. È in corso anche un dialogo con l’assessorato allo Sviluppo economico della Regione, per mettere in campo nuove misure e fare un salto di qualità. "Noi intanto abbiamo una task-force per rigenerare le coop messe in crisi dalla pandemia – conclude Dadda – al momento ne stiamo seguendo una quarantina, anche con metodi sperimentali come la piattaforma on demand di teatro cooperativo su Milano".  

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