Milano, 12 gennaio 2012 - Cantava Zucchero di usare le mani per sbucciare le cipolle. Guido Daniele invece, body painter di fama internazionale, le usa per dipingervi le più svariate specie della fauna globale, come racconta «Manimali», mostra organizzata dall’Accademia Professionale di Trucco Artistico di Umanitaria, dove tiene un corso (chiostri dei Glicini, via san Barnaba 40; inaugurazione oggi alle 18 poi dal 13 al 30 tutti i giorni dalle 10 alle 20).

Elefanti, aquile, dalmata, scimpanzé, cobra e coccodrilli: è un’arca di Noè (GUARDA LE FOTO) che sta nel palmo di una mano quella dell’artista più conteso dal mondo della pubblicità (sua la modella-bocca dello spot dello yogurt Muller), che con 70 specie faunistiche riprodotte si guadagna il titolo di Linneo dell’hand painting. Nato a Soverato, studi classici a Brera, conosce la miniatura alla Tankas School di Dharamsala, in Tibet e il mondo della scenografia e dell’editoria se lo contendono per le sue doti di iperrealista.

E sono proprio i media a fare di lui un unicum dell’arte contemporanea: nel ’90 una modella dipinta come una statua di marmo per la copertina di «Amica» gli illumina la via del body painting; nel 2000 invece l’art director di un’agenzia di pubblicità gli chiede se è in grado di trasformare una mano in un animale e Daniele crea il primo «manimale».

Opere solo all’apparenza semplici le sue, che richiedono invece attente riflessioni su come disporre gli arti per ottenere un effetto «naturalistico», che inganni l’occhio senza far sfuggire allo spettatore che si tratta di mani, «e non è facile - racconta - perché possono assumere un numero limitato di posizioni e una volta che ne sfrutto una, non posso più riciclarla».

Altrettanto impegnativa la realizzazione: «Spesso capita che il modello si addormenti. Soprattutto gli uomini».
Che poi lavori per una giornata intera e basta una doccia per lavare via l’opera. Daniele la prende con filosofia: «Solo la prima volta fu uno choc, oggi medito sull’incessante mutamento della realtà».

Tutto scorre, per quest’Eraclito con pennello e tela umana che ha più simpatie per le filosofie del continente africano e asiatico, dove il body painting è un’istituzione religiosa, e che se deve indicare un maestro, non ha dubbi: «Arcimboldo. Come me, era un grande illusionista».