Venditti incontra gli studenti in Bocconi: "La mia canzone più bella? In questo mondo di ladri"

Il cantautore romano è stato invitato dall'associazione di studenti "Bocconi d'inchiostro". Poi ricorda il suo rapporto con Milano e la Brianza. «A Carimate mi sono rifugiato a fine anni Settanta, via dai problemi familiari. Milano è la capitale italiana della musica e dello spettacolo» di Luca Salvi

Venditti premiato all'università Bocconi

Venditti premiato all'università Bocconi

Milano, 17 novembre 2014 – Antonello Venditti sale in cattedra alla Bocconi. Il cantautore romano oggi è stato protagonista nell’aula magna dell’ateneo milanese, ospite dell’associazione studentesca “Bocconi d’inchiostro”. Tra il ritiro di un premio (il “Dante d’oro”) e un revival delle sue canzoni – in video ma anche dal vivo accompagnato dal coro delle centinaia di fan bocconiani – l’Antonello nazionale ha ripercorso i momenti salienti della sua carriera, dai rapporti conflittuali con i genitori alle prime canzoni: «In “Sora Rosa” c’era già tutto. Ho scritto “Roma Capoccia” a 14 anni che non avevo ancora girato la città ma la conoscevo dai libri fotografici».

Dai contrasti con la casa discografica Rca, che lo voleva scritturare solo come voce e con la quale Venditti è stato uno dei primi artisti a rompere un contratto, all’amicizia con De Gregori: «Non ci vediamo mai, neanche ci facciamo gli auguri, ma se ho un amico nella musica è proprio lui. Siamo due voci e personalità diverse, ma due facce della stessa medaglia. Quando presentavo i miei primi dischi veniva con De André a contestarmi. In amicizia».

Non è mancata l’ironia sulla Bocconi «che per uno che sta a Roma o sperduto in qualche paesino sembra essere un luogo di persone che pensano solo al potere, all’economia astratta. O un privilegio cosmico». E qualche accenno all’attualità. «Esonda il Seveso, esonda il Tevere e si blocca tutto. Sospetto che la canzone più bella che ho scritto sia “In questo mondo di ladri”». Un pensiero al suo tastierista Sandro Centofanti, scomparso settimana scorsa, «per me un fratello». Poi, l’autore di canzoni intramontabili come “Ci vorrebbe un amico” e “Modena” ha raccontato la sua relazione con il web («Su Facebook mi ha contattato la figlia di Claudia» (ndr quella di “Notte prima degli esami”), con i talent e con Milano e la Brianza. «A Carimate mi sono rifugiato a fine anni Settanta, via dai problemi familiari. Milano è la capitale italiana della musica e dello spettacolo». Sul nuovo album in uscita l’anno prossimo ha svelato un segreto: «Anni dopo “Compagno di scuola” e “Giulio Cesare” torno a cantare della scuola. E il disco lo presenterò anche qui alla Bocconi». Inevitabile il tripudio.

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