Il Teatro alla Scala riapre al pubblico, Meyer: "Simbolo di ripartenza della cultura"

Dopo 199 giorni di chiusura, oggi 500 spettatori in sala per ascoltare il coro e l'orchestra diretti da Riccardo Chailly. Fontana: "Un momento simbolico"

Il Teatro alla Scala

Il Teatro alla Scala

Milano - Dopo 199 giorni di chiusura, riaprono le porte del Teatro alla Scala, con il coro e l'orchestra della Scala diretti da Riccardo Chailly. La ripartenza e' contingentata, con un massimo di 500 spettatori ammessi, ma rappresenta ugualmente un segnale di ripresa.  L'ultimo concerto aperto al pubblico prima del secondo lockdown era stato il recital di Jonas Kaufmann il 22 ottobre 2020. Domani sera, in concomitanza con la storica riapertura del teatro, l'11 maggio 1946, con Arturo Toscanini rientrato dall'esilio antifascista negli Stati Uniti, la Scala replica con un altro concerto: i Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti. E dopo tre serate dedicate al balletto (il 13, 14, 15 maggio), lunedì 17 maggio è in cartellone un altro atteso concerto, questa volta diretto dal 45enne inglese Daniel Harding.

"La Scala ha sempre avuto un ruolo importante nelle ripartenze", ha ricordato il sovrintendente del teatro Dominique Meyer. Questo, ha detto a Sky Tg24, è "un simbolo di ripartenza non soltanto per la Scala, ma per la cultura" e non solo. Ancora vige una serie di restrizioni: la platea è coperta da una pedana per garantire il distanziamento fra i professori d'orchestra, il pubblico è contingentato a 500 spettatori, sistemati nei palchi e in galleria, ma "spero che con l'estate si potranno vaccinare tutti i dipendenti" e si potrà tornare alla normalità, ha detto. 

"Un momento simbolico e, spero, di buon auspicio per il mondo della cultura e dello spettacolo. Cultura e spettacolo, insieme al turismo, saranno decisivi per l'attrattivita' della Lombardia e di tutto il sistema Italia", ha scritto su Facebook il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Secondo il governatore, infatti, "serviranno risorse e una strategia vincente per recuperare il terreno perduto a causa delle restrizioni, per attrarre visitatori dall'estero, ma anche per far ritrovare e spesso far scoprire ai nostri giovani il valore della cultura".  In conclusione, il presidente lombardo ha voluto sottolineare come, in occasione di questa ripartenza, il Teatro alla Scala si riconfermi "ambasciatore vincente e ineguagliabile della Lombardia e del nostro Paese nel mondo intero".

Soddisfatto anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. "La speranza e' dimostrare che si possa gestire eventi del genere maniera controllata perche' credo che per la cultura il peggio sarebbe partire e poi richiudere quindi prendiamo questa cosa come una buona notizia per Milano e speriamo che sia un test virtuoso per tutti noi". Il primo cittadino ha aggiunto: "Ovviamente e' una stagione estremamente diversa dal dopoguerra, pero' in questo momento io penso soprattutto all'enorme mondo della cultura che ha sofferto e che soffre per il lavoro. Permettetemi di ringraziare tutte le lavoratrici e lavoratori della Scala: a volte sembra un po' retorico pero' ha fatto veramente un miracolo grazie anche al maestro Chailly perche' hanno fatto prove in situazione non agevole. Questo pero' e' un ambiente, quello della Scala, sufficientemente protetto, ci sono mondi della cultura che sono basati sull'incertezza del lavoro e sulla precarieta'".  Sala ha ribadito che "se la Scala riesce a dare il buon esempio speriamo che si possa trascinare anche altro. Questa sera ci sara' anche il presidente Fontana e la capienza dipende dalla decisione della regione secondo un accordo governo-regioni. Vediamo un po' quel che conviene fare, ovviamente io non mi spingo mai a dire 'facciamo di piu'' pero' e' chiaro che realta' come queste, se possono avere un numero di spettatori significativi, possono permettersi anche di organizzare spettacoli come l'opera che sono piu' complessi e costosi". Sull'ipotesi di rappresentazioni all'aperto in vista della bella stagione, il sindaco Sala ha aggiunto: "Mi pare che la Scala abbia espresso questa volonta' di stare anche in citta' ed e' qualcosa che mi trova totalmente d'accordo".

Parole di speranza a seguito della riapertura sono arrivate anche da Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio cittadina, che auspica una ricostruzione post Covid "anche fisica e non solo digitale" e ha aggiunto: "come nel 1946 il concerto di Toscanini al Piermarini segno' l'inizio della rinascita del dopoguerra, ci auguriamo che i concerti di Chailly e Muti possano davvero aprire la stagione di una nuova crescita culturale, economica e sociale italiana".