Subsonica, con Microchip viaggio nel tempo / VIDEO

La rielaborazione della band torinese realizzata con la complicità di altri 14 artisti, fonte di ispirazione

Subsonica

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Milano, 19 novembre 2019 - Ci hanno scherzato sopra, ci hanno giocato. Ma fino ad un certo punto. Quel “Non siete riusciti a bissare Microchip Emozionale” che ha continuato a perseguitarli nelle interviste e sui social fino ad oggi, inducendoli perfino a ripeterlo con l’ossessione di uno slogan in “Benzina Ogoshi”, è il dazio pagato nei decenni dai Subsonica al loro album più venerato. Quasi fatale che, con la complicità del ventennale, la band torinese lo riprendesse in mano per riportarlo sul mercato, venerdì prossimo, con una veste completamente nuova ed un titolo emblematico: “Microchip temporale”. «L’idea è stata quella coinvolgere musicisti che avessero più o meno la nostra età dell’epoca» spigava ieri il frontman Samuel Romano, reduce da X-Factor, negli Studi RCA del quartier general Sony parlando del plotone di ospiti invitati a “riscrivere” i 14 pezzi del disco. Uno stuolo dio soliti noti che va da Willie Peyote a Nitro, dai Coma_Cose a Mamakass, Elisa, Motta, Lo Stato Sociale, Coez, Cosmo, Achille Lauro, Ensi, Fast Animals and Slow Kids, Myss Keta e Gemitaiz. «Artisti che hanno anche la metà dei nostri anni con cui però abbiamo legami importanti. In fondo la scena musicale italiana di oggi è molto simile a quella in cui ci siamo trovati davanti noi quando eravamo alle prime armi».

In questo contesto la fuoriquota è Elisa. Max Casacci: «Sì, ma la sua è una figura senza tempo. E poi ha vissuto molti concerti subsonici dando vita a reciproche promesse che sono rimaste sospese per più di un decennio. Ora, con ‘Lasciati’, è arrivato il momento di unire le forze in qualcosa di speciale».

Potendo chiamare un ospite straniero chi avreste voluto? Casacci: «Probabilmente un rapper; come Anderson Paak o, perché no, Kendrick Lamar».

ll successo di brani come “Tutti i miei sbagli”, “Colpo di pistola”, “Libri tutti” o “Disco labirinto” ha finito col condizionarvi? Samuel: «No, ma il successo di ‘Microchip emozionale’ è dovuto anche alla massiccia presenza del suo repertorio nei concerti; gli album successivi, infatti, ci hanno portati verso tipi di sperimentazioni un po’ meno traducibili sul palco».

A marzo sbarcherete nei club, con tappa il 7 marzo al Live di Trezzo e l’8 aprile all’Alcatraz di Milano per il gran finale. Samuel: «Fu il primo disco a portarci a quel tipo di pubblico ed era giusto, quindi tornare lì da dove siamo partiti. Fra l’altro contiamo di avere ogni sera con noi un ospite dell’album»

Cosa suonerete? Casacci: «Anche se ‘Microchip emozionale’ è sempre stato molto presente nelle nostre scalette, in questo tour l’eseguiremo integralmente per la prima volta».  

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