Simona Bencini, voce dei Dirotta Su Cuba: "Un album per Eva Luna e Sofia"

Di nuovo in scena nei panni di solista con "Unfinished", dedicato alle sue figlie

Simona Bencini dei Dirotta

Simona Bencini dei Dirotta

Milano - Per lei il lockdown è diventato uno specchio in cui guardarsi negli occhi senza accampare scuse e l’“Un” barrato sul titolo del nuovo album “Unfinished” sta a significare che quel progetto lasciato nel cassetto per tanto, troppo, tempo è finalmente “finished”. Lei è Simona Bencini, voce e icona dei Dirotta Su Cuba di nuovo in scena nei panni di solista con otto nuove tracce che presenta dal vivo giovedì prossimo al Blue Note accompagnata dall’Lmg 4tet. Dieci anni dopo “Spreading love”, infatti, è arrivato il singolo con Fabrizio Bosso “Moonlight on my mind” ad offrire un primo assaggio dell’album in bilico tra De Filippi e Duke Ellington. Intanto lei si divide tra le prove dello spettacolo e le registrazioni della nuova edizione del programma di Canale 5 “All togheter now”. 

Simona, quali sono state le ragioni di questa lunga attesa? "Davanti alle problematiche spuntate durante la lavorazione del successore di ‘Spreading love’ mi sono buttata un po’ giù e ho perso l’opportunità di pubblicarlo in tempi rapidi. Poi è arrivata la reunion dei Dirotta dopo un decennio di lontananza e i tempi si sono ulteriormente allungati. Ogni tanto aprivo la libreria del computer e ascoltando questi pezzi mi ripetevo che era un peccato lasciarli lì. Durante il primo lockdown, però, mi sono resa conto di non avere più alibi". 

Una nuova Simona. "‘Unfinished’ è il primo disco che pubblico con Sherazade Sound, l’etichetta che ho aperto con mio marito per essere completamente padrona della mia musica e dare un’opportunità a talenti rimasti nell’angolo". 

Nel video di “Moonlight on my mind” ci sono le sue figlie. "Questo disco l’ho fatto innanzitutto per loro: Sofia ed Eva Luna. Come si evince già dal titolo, ad esempio, il primo singolo è dedicato proprio a Eva Luna. Il senso di precarietà che ci ha messo addosso la pandemia, infatti, mi ha spinto a pensare cosa avrei mai potuto lasciare alle mie ragazze. E ho pensato che un’artista, alla fine, lascia la sua musica, la sua voce registrata”. 

“You are the music” è dedicata ad Amy Whinehouse. "Il brano l’hanno scritto dei miei collaboratori ed era dedicato inizialmente a Chet Baker, ma, dovendolo cantare io, ho pensato di legarlo ad una figura più nelle mie corde. Così ho pensato ad Amy e alla sua vita bruciata troppo presto".

Il testo di “Non so se tu” è invece un inedito di Giorgio Calabrese. "Una composizione firmata vent’anni fa che avevo nel cassetto da diciassette. Me la fece avere una persona veramente adorabile, l’armonicista Bruno De Filippi, unendo le parole di Calabrese alla musica di un suo standard intitolato ‘April in NY’, con la speranza che lo mettessi nel mio primo album solista. Ma il brano non era in sintonia con quelli di ‘Sorgente’ e così l’accantonai. Al momento di recuperarlo ho chiamato uno dei migliori pianisti blues che abbiamo in Italia, Antonio Faraò, e l’abbiamo registrato al ‘Cortile Studio’ di Milano, dove sono passati pure Battisti, Guccini, Ramazzotti e tanti altri ancora".  

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