Teatro alla Scala, Meyer: "Il 2021 sarà l’anno più difficile"

MILANO "Vedo già un grande problema che si avvicina: tanti di noi hanno superato il 2020 perché appoggiati dagli ammortizzatori sociali, ma il 2021 sarà più difficile". Il sovrintendente della Scala...

Dominique Meyer

Dominique Meyer

Milano, 13 dicembre 2020 - «Vedo già un grande problema che si avvicina: tanti di noi hanno superato il 2020 perché appoggiati dagli ammortizzatori sociali, ma il 2021 sarà più difficile". Il sovrintendente della Scala Dominique Meyer non nasconde la preoccupazione per l’anno che sta per arrivare, un complicato banco di prova per il Piermarini e per l’intero mondo dello spettacolo dal vivo. In collegamento con l’evento on line "Salviamo la cultura", promosso da Alleanza Civica Milano, il numero uno di via Filodrammatici ha analizzato gli effetti della pandemia sul settore e le conseguenze sul breve-medio periodo: "Per prima cosa, dobbiamo dimenticarci i turisti, che alla Scala sono il 35% del pubblico, una perdita enorme: io penso che i turisti torneranno poco a poco, non dico nel 2025, sono più ottimista, ma credo che sarà difficile per un periodo". Il problema riguarda anche gli spettatori milanesi: "Abbiamo visto questo autunno che la gente ha paura: abbiamo fatto circa quaranta spettacoli con una capienza ridotta, ma a volte era difficile vendere i biglietti. La gente ha paura, dobbiamo vincere questa paura".

Meyer ha anche parlato delle possibili soluzioni da implementare sui fronti del contenimento dei costi e della ricerca di nuove fonti di guadagno. Per quanto riguarda il primo aspetto, il sovrintendente ha sì elencato alcune strategie di risparmio ("Fare più riprese, meno nuovi spettacoli, stare attenti sui cachet"), sottolineando però che si tratta di scelte "necessarie ma pericolose": "Se dobbiamo ridurre la qualità o l’attrattività – la sintesi – allora saremo in difficoltà e non usciremo bene da questa crisi". E lo streaming da molti invocato? "È uno strumento che conosco, ma dobbiamo sapere che è difficile farci soldi". Tanto passerà dall’intervento dello Stato: "Io direi che è facile sempre chiedere dei soldi, ma sarà necessario – la chiosa di Meyer –. In Francia si dice che non ci sono dichiarazioni d’amore, ma prove d’amore, e sono quelle che contano".

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